Non fai in tempo a imparare ad usare una App che subito ne tirano fuori una nuova. Whatsapp oramai non ha segreti, sto imparando a usare Telegram con tutte le sue sfaccettature, scoprendo molte cose che non sapevo, come per esempio il timer per cancellare la chat senza doverlo fare a mano e molte altre. Mi sentivo al passo con in tempi, in pari con le mode, tutti usano Telegram e meno Whatsapp e così scaricato Telegram, ma non è ancora abbastanza.
È nato, infatti, Signal.
Lo slogan è “Dì benvenuta alla privacy” che mi ricorda “No al colesterolo, si a Valsoia”. A quanto pare infatti, Signal nasce proprio per andare in barba a quelle che sono le condizioni di privacy delle altre chat. Ennesima chat dove mettere il proprio numero di telefono, poi non lamentiamoci se ci telefonano da paesi sconosciuti per proporci una tariffa migliore per il nostro forno a microonde. Comunque vediamo di cosa si tratta.
Signal comincia a prendere silenziosamente vita nel 2013, da un gruppo di attivisti della privacy, basandosi su un protocollo di Open Whisper, ovvero un gruppo software no-profit che sviluppa progetti aventi l’obiettivo di semplificare le comunicazioni private. Successivamente, nel 2018, Brian Acton, programmatore statunitense inventore di Whatsapp insieme a Jan Koum, ottiene 50.000.000 di dollari di fondi per le no-profit e così, crea un qualcosa a favore della sicurezza ossia una comunicazione sicura.
La garanzia data agli utenti è l’impossibilità di decrittare o accedere ai contenuti inviati. La conservazione dei messaggi in attesa di essere consegnati al destinatario, momentaneamente off line, non dovrebbe essere memorizzata sui server ma sui dispositivi degli utenti stessi. Chiaramente, essendo un servizio di messaggistica istantanea ci sono dei server che vengono utilizzati solo però al minimo e per informazioni tecniche. Altra innovazione, per garantire tranquillità agli utenti, è la funzione “sealed sender” ossia la riduzione delle informazioni visibili durante una videochiamata. Ci sono ovviamente al riguardo tecnicismi e sigle e acronimi che spiegano tutto questo magico funzionamento a favore della nostra privacy che credo sia comprensibile solo a chi mastica questo tipo di materia, a noi basti pensare che adesso bisogna imparare a usare Signal e staremo più sicuri.
Necessario sottolineare come, nonostante la super riservatezza della app per le nostre conversazioni e chat, ci sia chiaramente un controllo per la protezioni ai danni di diritti, degli utenti, per prevenire frodi, violazioni, etc.
Applicazione disponibile per tutti i dispositivi, per gli iphonisti servirà inserire numero di telefono per la verifica con codice e la relativa attivazione, come con Whatsapp, giusto per mandare ancora un po’ di più il nostro numero nell’etere; scaricabile anche per desktop di Windows, Mac e Linux. Pare che nell’ultimo periodo Signal abbia fatto un boom di download infatti risulta esser stata scaricata da 7,5 milioni di persone solo nei primi giorni di gennaio.
Quindi non resta che cercarla, scaricarla e vedere chi c’è già. Io solo solo che tra Telegram, Messenger, Whatsapp, Instagram, Signal parlo con le stesse persone usando tutte le piattaforme possibili oramai omologate per funzioni e disponibilità.