Il tema della plastica ad oggi è uno degli argomenti più sensibili con i quali ci troviamo a fare i conti tutti i giorni.
Il seme della raccolta differenziata, insinuatosi fra noi qualche tempo fa, ha preso sempre più piede. Purtroppo, non siamo ancora riusciti ad avere una raccolta differenziata uniforme e omogenea, cambia da paese a paese e da regione a regione.
In molti si sono sentiti in dovere di iniziare a rispettare l’ambiente facendo la raccolta differenziata, non solo a casa, nelle strutture pubbliche, negli uffici ma, cosa molto importante, nelle scuole. Infatti, la nostra speranza è questo messaggio di rispetto dell’ambiente, della salvaguardia del nostro pianeta sia sempre più forte.
La rivoluzione plastic free è in atto.
Per quanto ci si possa mettere d’impegno, restano comunque ancora degli scogli insormontabili che richiederanno ancora molti anni prima di garantirci un mondo senza plastica. Avete fatto caso a quanta plastica in realtà abbiamo introno a noi? Tutto è in confezioni di plastica. Tutto. Le cose del bagno, tutta plastica. Le confezioni dei cibi sono tutta plastica. le confezioni degli indumenti sono di plastica. tutto viene conservato nella plastica. Ma su questo ancora purtroppo il nostro intervento è minimo, non ci resta che aspettare che le grandi industrie smettano di produrre solo contenitori di plastica.
Cosa possiamo fare noi nel frattempo? evitare che tutta questa plastica venga buttata a terra inquinando e deturpando spiagge, boschi e mari.
Ed è cosi che Byron Román, un uomo di 53 anni di Phoenix in Arizona, ha deciso di lanciare la sfida su Facebook per ripulire il mondo dai rifiuti essendo lui da sempre attento alle tematiche ambientali.
La sua “sfida” nasce dalla voglia di stimolare la sensibilità di tutti noi che dovremmo avere più rispetto e più cura del nostro pianeta: Trash Challenge.
Purtroppo non è spontaneo, né tanto meno frequente fermarsi a raccogliere una bottiglia di plastica, un fazzoletto o una cartaccia non nostra (spesso qualcuno manco raccatta le proprie, anzi le butta a terra proprio volutamente). Sento già nelle orecchie la frase in stretto dialetto fiorentino: “ieeeee, unnn’è miha mio, perché lo dovrei raccattare?!”. Effettivamente non è che viene proprio voglia di raccogliere i fazzoletti moccicosi o cose di cui non hai ben chiara la provenienza. Il problema non si porrebbe se la “cosa” (perché dire animale sarebbe una offesa per gli animali che sono più civili di noi) che lo ha gettato non lo avesse gettato.
Se tutti si prestasse attenzione a mettere lo scontrino in tasca e non in terra, a buttare il mozzicone di sigaretta nella spazzatura e non in terra o nei tombini, la gomma da masticare in un pezzo di carta e non in terra, insomma un pelo di sensibilità in più sarebbe già a parer mio il 50% dell’impegno per cominciare a rispettare l’ambiente.
L’iniziativa di Byron Román è stata compresa, capita e condivisa e sono sempre più i gruppi di persone in tutto il mondo che si ritrovano per ripulire uno spazio, una spiaggia, un bosco, una strada o un qualunque posto che sia pieno di plastica o spazzatura.
Ritengo che sia una iniziativa molto significativa, molto più utile di tante manifestazioni che vengono fatte nei vari centri delle città. Una vera rivolta pratica. Un mettersi in gioco in prima linea, senza scioperi, senza proteste, senza grida. Sacchetto, guanti, pinza e con gli amici a fare del bene al pianeta. C’è chi lo fa correndo con il «plogging» (neologismo che unisce jogging e «plocka upp», raccolta di rifiuti in svedese) e raccoglie i rifiuti correndo, chi passeggiando, chi in solitaria chi invece smuove gruppi sostanziosi per riaprire maggiore superficie.
Sarebbe bello se, per esempio, ora che iniziano le giornate calde e la voglia di stare all’aria aperta, abbinassimo questo relax alla raccolta di rifiuti dando anche noi un piccolo contributo.
L’estate scorsa sono rimasta sconvolta dallo schifo che si trova in spiaggia. Carte di panini, bricchi di Estathé, fazzoletti e tovaglioli e bottiglie di plastica. Un kit completo lasciato in terra, a pochi passi dal cassonetto o dal cestino. Una cosa immonda. L’essere umano da che mondo è mondo non ha mai avuto rispetto del pianeta in cui vive, abbatte la natura per costruire, rinuncia al verde per un parcheggio senza provare a coniugare le due esigenze le due necessità. speriamo davvero che questa sensibilizzazione possa portare a qualcosa. Lettori di BL Magazine, ve la sentite? Lancio anche io la sfida a noi di diverse regioni e paesi.
Facciamo anche noi il Trash Challenge: BL TRASH CHALLENGE – Per un mondo senza rifiuti!!