Quanto cibo viene sprecato senza neanche rendersene conto?
La risposta è 1/3 del cibo prodotto.
Carrelli della spesa fatti con lo stomaco e non con il cervello. Un famoso detto dice “hai avuto gli occhi più grandi della pancia” quando si riempie il piatto pensando di avere tanta fame e in realtà ne mangeremo molto meno. Ingordigia. Fame nervosa. Paura che non sia abbastanza. Motivazioni che portano a fare la spesa spesso e abbondante consapevoli di correre il rischio di buttare via gran parte delle cose.
Il cibo ha perso il suo valore, è stato ridotto a “merce”, non ha più legami con terra e cultura. Proprio per questo l’azione di “SlowFood” (un movimento culturale internazionale, nasce nella città di Bra,Cuneo, nel 1986) si pone come obiettivo la promozione del diritto a vivere il pasto innanzitutto come un piacere quindi di contrastare questo spreco senza controllo. Spreco che non si ripercuote solo sul sistema alimentare ma anche energetico, più produzione, più consumo, più smaltimento rifiuti. Quindi anche in questo caso il nostro agire ha una pressione negativa sulle risorse climatiche e sul pianeta.
Tutto inizia da una spesa sbagliata e da uno sbagliato utilizzo delle materie prime che spesso vengono ritenute da buttare ma che in realtà avrebbero ancora vita in cucina e nei nostri piatti.
Mancanza di tempo, di voglia, di competenze, tutto vero, ma basterebbe così poco per evitare di sprecare cibo.
A tal proposito per far fronte a questo problema che sta dilagando e aumentando di gravità, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, oltre alla giornata italiana di prevenzione dello spreco alimentare ( il 5 febbraio ), ha ufficialmente introdotto la Giornata internazionale della Consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari (International Day of Awareness for Food losses and waste) che dal 2020 si celebrerà il 29 settembre.
Andrea Segrè, professore ordinario di Politica Agraria Internazionale e Comparata all’Università di Bologna, ha fondato “Il metodo Spreco Zero” che riunisce le regole per la gestione ottimale del cibo, dal suo acquisto, alla conservazione al suo smaltimento.
Per evitare lo spreco nelle case ci sono poche regole che tutti potremmo seguire ad esempio:
- la spesa: prendere solo i prodotti che mancano nel frigo e in dispensa non accumulare cose che già ci sono che rischiano di far perdere il conto delle date di scadenza.
- il frigorifero: quando ci sono dei prodotti in scadenza sarebbe opportuno posizionarli u su un ripiano preciso, dicono che quello centrale sia il primo dove si posa lo sguardo. in questa maniera avremo sott’occhio le cose in scadenza e la possibilità di consumarle prima di altre.
- il sottovuoto: grande strategia attuata da molti per conservare cibo non consumato nell’imminente, sia già confezionato dal supermercato o fatto in casa con le apposite macchinette.
- il congelatore: congelare piccole quantità di cibo fresco così da sporzionarlo e non doverlo scongelare in grosse quantità non necessarie.
- la scadenza: quando sul prodotto c’è scritto “consumarsi preferibilmente entro” non significa che quel tale giorno la confezione esploderà, ma che semplicemente comincerà a perdere di freschezza quindi ancora consumabile.
- i cibi brutti: non tutti i cibi se brutti fuori necessariamente devono essere andati a male, magari in parte sono recuperabili, per una torta, un frullato, una zuppa se si tratta di verdure.
- gli avanzi: i nostri nonni riutilizzavano gli avanzi per giorni, la carne diventava polpetta, il pane diventava pappa al pomodoro (per noi toscani), infinite soluzioni per riutilizzare un qualcosa avanzato per non buttarlo via. La cucina delle campagna ha molto da insegnarci in questo.
Un carrello della spesa pieno è appagante, un frigorifero stracolmo è rincuorante ma non si pensa al fatto che molte delle cose comprate non saranno consumate o magari neanche avremo voglia di cucinarle nell’immediato. Un frigorifero troppo pieno inoltre non riesce a freddare adeguatamente e quindi non manterrà tutti i prodotti freschi nel modo corretto a causa dell’esubero.
Oltre ad un giusto mantenimento dei prodotti in casa e il loro giusto riutilizzo, partiamo da come fare la spesa. Non tutti sanno che:
- non si deve fare la spesa affamati
- non si deve prendere un carrello troppo grande che induce a riempirlo di cose delle quali non abbiamo bisogno
- andare con una lista precisa delle cose che realmente mancano in casa
- non cadere nel tranello 3×2…se non ce ne serve 1 figuriamoci 3.
Sono tanti piccoli accorgimenti che se studiati e messi sotto la lente di ingrandimento ci riveleranno che tipo di consumatore siamo e quanto anche siamo vittima del marketing dei supermercati e della scelta strategica del posizionamento dei prodotti negli scaffali.
In ogni nostra azione possiamo contribuire alla salvaguardia del pianeta, al consumo ridotto e alla salute alimentare scegliendo prodotti di origine italiana, evitando gli sprechi e facendo la spesa in modo consapevole per il nostro corpo, il nostro benessere e anche per il nostro portafoglio!