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3 film sul SESSO che non sapevi di voler vedere

- 30/07/2019
Sesso in SHORTBUS


Il sesso e il cinema.
Due elementi in apparenza inscindibili, giacché chi meglio della scatola dei sogni può contenere e mostrare tutta una serie di fantasie (ma anche di paure) legate ai piaceri della carne?

Torna la rubrica #3FilmCheNonSapeviDiVolerVedere che, dopo aver trattato di “Identità” e di Destino“, oggi guarda ai nostri tabù, alle nostre manie, ai nostri inconfessati desideri, per trattare di “Sesso”.

Sarebbero tantissimi i titoli da “spogliare” e grandi cineasti come Bertolucci e Von Trier da citare, ma questo speciale di BL Magazine guarda dal buco della serratura di un cinema ai più forse sconosciuto. Per questo spazio siamo necessariamente obbligati a sceglierne solo tre, ma siamo certi di tornare sull’argomento.

sesso e incidenti stradali in CRASH (1996)
Sesso e Incidenti stradali nello sconvolgente CRASH di David Cronenberg

Iniziamo col citare un film di un regista che ha fatto della contaminazione della carne e del corpo un marchio di fabbrica.
Era il 1996 quando David Cronenberg adattò per il grande schermo l’omonimo romanzo di J.G.Ballard del 1973.
CRASH, vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes, guarda all’intimità di una coppia che hanno il piacere di raccontarsi le loro rispettive esperienze sessuali con altre persone.
Un tragico incidente automobilistico dove sono coinvolti li porterà a conoscere tutta una serie di persone che vedono una sorta di parallelismo tra gli amplessi e gli incidenti stradali.
Cronenberg trova non poco materiale per ridefinire la sua poetica e sublimarla, andando forse oltre i confini del consentito, offendendo i puritani e solleticando il piacere voyeristico di un pubblico forse impreparato a compiacersi nel vedere tumefazioni e cicatrici e ferite aperte che richiamano altri pertugi e carni da toccare e conoscere ed esplorare.
A dar fisicità e credibilità a dei personaggi così borderline ecco i volti di James Spader, Holly Hunter, Elias Koteas e Rosana Arquette che si muovono come sonnambuli tra carrozzerie ora lucenti e ora accartocciate, corteggiandosi e inseguendosi in un turbinio di piaceri sempre più estremi.

Sesso e gioventù nel film KEN PARK
Scena tratta dal controverso film di Larry Clark “KEN PARK”

Altrettanto forte, ma dallo stile quasi documentaristico, è il titolo estrapolato dalla filmografia di uno dei registi che – assieme a Van Sant – ha saputo meglio rappresentare il dramma di una generazione.
Larry Clark è definito l’altra faccia dell’America giacché al noto sogno americano egli contrappone una visione molto più cruda e violenta e tragica della vita dei sobborghi. Egli racconta spesso di una gioventù destinata a soccombere sotto le colpe ereditate dai propri genitori.
Nel 2002 dirige KEN PARK.
Il film parte dal tragico suicidio di Ken Park che si spara alla tempia. Da qui la telecamera si muove per scoprire le esistenze altrettanto scioccanti dei suoi coetanei e amici: Claude deve subire le attenzioni incestuose di un padre violento e alcolizzato; Shawn spesso marina la scuola per aver rapporti sessuali con la madre della sua ragazza; Peaches è succube di un padre che la crede ancora pura e illibata; Tate che vive con i propri nonni è alla ricerca un piacere sessuale sempre più estremo.
Il regista non si fa scrupoli a puntare la telecamera dove i più preferirebbero voltare la testa dall’altra parte per guardare alle vite di un gruppo di ragazzi senza reali modelli comportamentali che vivono alla giornata e che tentanto di riempire il loro vuoto col sesso e che solo nel sesso sanno trovare un dialogo e una forma di amore.
Un film non per tutti.

il sesso in SHORTBUS di John Cameron Mitchell
Il sesso sfrontato, divertente e malinconico di “SHORTBUS”

Ma facciamo un salto in avanti per scoprire una perla del cinema indipendente.
Era il 2006 quando John Cameron Mitchell, il talentoso regista di Hedwig, mise letteralmente a nudo l’America post 11 Settembre.
SHORTBUS è un film che parla e mostra il sesso senza censure, per definire quelli che sono i rapporti amorosi, le dipendenze tra due o più individui, che solo attraverso il coito sono capaci di conoscersi realmente, gettando maschere e ipocrisie.
Il film racconta delle vite che si intrecciano all’interno e fuori dallo Shortbus, un locale dove tutto è permesso.
Sarebbe errato anche solo associare la parola pornografia a questo piccolo cult, sebbene le riprese dei vari amplessi siano girate dal vivo e in primo piano.
Mitchell ha una buona padronanza della cinepresa, una bella creatività e al suo servizio un cast davvero sorprendente (molti sono alla loro prima esperienza di recitazione) e partecipe che ha il coraggio di osare per ridere e per piangere della vita.
Shortbus è tutto fuorché volgare, semmai è divertente, colorato, vivo, intenso, malinconico, commovente. Un film che invito tutti a guardare con la mente, ma soprattutto col cuore aperto.

To Be Continued…

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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