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3 Film sulla DIPENDENZA che non sapevi di voler vedere

- 05/05/2020
requiem for a dream (film sulla dipendenza)


Col termine dipendenza si indica l’incapacità di fare a meno di una persona (dipendenza psicologica) oppure il bisogno incoercibile di un farmaco (dipendenza farmacologica) o di una sostanza (la condizione del tossicomane).

In questo speciale di #3filmchenonsapevidivolervedere andremo a scoprire 3 titoli che esplorano a 360° la dipendenza nelle sue varie inclinazioni.

Jenniefer Connelly in REQUIEM FOR A DREAM di Darren Aronofsky

Negli anni 2000 arriva nelle sale la seconda opera di uno dei registi più interessanti del nostro secolo.
REQUIEM FOR A DREAM di Darren Aronofsky è ben presto divenuto un cult e la regia del giovane cineasta ha fatto scuola.
Il film segue le vite di 4 personaggi, Harry (Jared Leto), la sua ragazza Marion (Jennifer Connelly), il suo amico Tyrone (Marlon Wayans) e Sara (Ellen Burstyn), madre di Harry. I 3 ragazzi sono dipendenti da eroina mentre Sara è dipendente prima dalla televisione e poi diventerà dipendente da pillole dimagranti che le faranno perdere il contatto con la realtà.
Diviso in 3 capitoli, Estate, Autunno e Inverno, si chiude come una morsa al cuore. Nessuna Primavera, nessuna rinascita o redenzione.
Il montaggio serrato e le diverse tecniche di ripresa accentuano lo stato ansiogeno che permea l’intera pellicola.
Sublimato dalla colonna sonora di Clint Mansell, è un film che merita di essere visto almeno una volta, soprattutto per l’incredibile e tragica performance di Ellen Burstyn, candidata al premio oscar per questo ruolo.


Nel 2001 è avvenuto uno degli incontri più belli della storia del cinema, quello tra il regista Michael Haneke e l’attrice Isabelle Huppert e solo grazie a questa collaborazione è nato un capolavoro.
In LA PIANISTA facciamo la conoscenza di Erika Kohut, donna algida, insegnante di pianoforte, che vive alle dipendenze di una madre tiranna.
Erika però quando è possibile cerca di allontanarsi dalla sua confortante e noiosa esistenza e frequenta squallidi sexy shop e peep-show.
La sua routine verrà spezzata bruscamente dall’arrivo di un promettente allievo, Walter Klemmer (Benoit Magimel), con cui presto inizierà una relazione pericolosa. Se dapprincipio la donna non mostrerà il benché minino sentimento verso il ragazzo che è invece innamorato di lei, presto le cose andranno a ribaltarsi e Walter scoprirà la propria natura sadica ai danni di Erika che si ritroverà in balia dei suoi sentimenti. Una storia tragica e feroce che non ci risparmia nulla, mettendo in mostra gli istinti più beceri dell’essere umano. Erika è di fatto un personaggio tanto fragile quanto distruttivo, prima succube di una madre/padrona e poi dipendente da un amore dilaniante col giovane allievo. Un film duro e freddo, che trova la sua anima proprio nelle note gravi di Schubert e Schumann.

E chiudiamo la rassegna di oggi con un film italiano del 2004:
PRIMO AMORE di Matteo Garrone.
Vittorio e Sonia si conoscono in un appuntamento al buio e, nonostante l’iniziale scontrosità dell’uomo, iniziano a frequentarsi fino a innamorarsi. Ma Vittorio che lavora come orafo è ossessionato dalla perfezione e dall’eliminare da un oggetto tutto ciò che è superfluo, perché resti solo l’essenziale. Lo stesso principio lo applicherà alla sua donna. Sonia, per quanto brillante e amabile, pesa 57 chili. Per lui troppi. Vittorio decide allora di plasmare , come fa con l’oro, la mente e il corpo della sua amata. La convince a perdere peso. Sonia inizialmente accetta e asseconda i desideri del suo uomo, ma via via che il regime alimentare si farà sempre più rigido ella sarà portata a evadere dalla dieta ferrea impostale. Un film potente, in bilico tra poesia e cruda realtà, che affonda il suo sguardo tra le piaghe di anime ora deviate o smarrite. Dopo il successo de L’IMBALSAMATORE (2002), Garrone si conferma autore originale e sensibile di un cinema puro e duro. Un’opera coraggiosa, non esente da difetti, ma che trova il suo vero cuore pulsante nella prova recitativa della sua protagonista, una bravissima Michela Cescon.

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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