“Fatta l’Europa, dobbiamo fare gli Europei!” pareva dire la televisione nel dopoguerra.
Una delle trasmissioni che senza dubbio ha spinto noi bambini a considerare una visione oltreconfine del proprio presente è senz’altro Giochi Senza Frontiere, andata in onda sulle rei RAI fino al 1999.
Nato – come al solito! – dall’evoluzione di un format italiano, Campanile Sera (un po’ come l’Eurovision Song Contest nato da Sanremo), Giochi senza frontiere, programma organizzato dall’UER (Unione Europea di Radiodiffusione) e trasmesso contemporaneamente in decine di paesi, è stato il fil rouge dei sabati sera d’estate per milioni di spettatori.
Giochi Senza Frontiere: cos’erano?
I “giochi senza frontiere” consistevano in una serie di prove fisiche, percorsi a ostacoli, giochi di abilità, nelle quali si battevano, ogni settimana, alcune città europee delle nazioni partecipanti.
Lo scopo del gioco era di classificarsi più in alto possibile nelle singole classifiche delle prove, e guadagnare punti preziosi. Ciascuna nazione poteva giocare il jolly, e quindi ottenere un punteggio doppio, in una prova per serata.
Importante era anche il “fil rouge”, particolare prova che ogni nazione doveva svolgere individualmente.
La città più in alto in classifica risultava la vincitrice della serata. La finale era composta dalle squadre di ogni nazione che durante le puntate avevano raggiunto il punteggio maggiore. Chiunque vincesse l’ultima puntata, veniva incoronato trionfatore assoluto dell’edizione.
Dalle quattro presenti nel 1965 (di cui l’Italia, che ha partecipato a tutte le edizioni, Belgio, Francia e Germania Ovest), si giunse al ragguardevole numero di nove stati concorrenti negli anni ’90. Col tempo si aggiunsero Iugoslavia, Repubblica Ceca, Ungheria, Svizzera, Malta, Slovenia, Paesi Bassi e così via.
A parte gli ultimi anni i giochi furono itineranti, ogni settimana si cambiava location. Per consuetudine, l’Italia ospitava sempre la prima puntata.
L’Italia conta quattro vittorie in trenta stagioni, con la curiosa vittoria di Bolzano – Alto Adige nell’ultima edizione, quella del 1999 (link a una puntata qui), che aveva come location l’Isola di Capo Rizzuto.
Curiosità senza frontiere
Tra i nomi di celebrità legate ai Giochi Senza Frontiere, ricordiamo alcuni commentatori: Milly Carlucci, Rosanna Vaudetti e soprattutto Ettore Andenna (storico conduttore italiano), che nelle ultime edizioni lasciò il timone a Mauro Serio (che qualcuno ricorderà per “Solletico”). E i fantastici Olivieri e Pancaldi, i “supergiudici”.
Su modello dei Giochi, nacquero sulle reti fininvest trasmissioni simili, improntate su sfide di prove a punti tra gruppi di nazioni, come Bellezze al bagno (che veniva svolta nei parchi acquatici) e Bellezze sulla neve, alle quali partecipavano tutte le reti europee del gruppo fininvest (che all’epoca erano dislocate, oltreché in Spagna, anche in Francia e Germania).
Sono state tantissime le petizioni firmate dagli spettatori in questi anni per chiedere a gran voce il ritorno dei Giochi. Nel 2016, l’UER, sul modello Eurovision Song Contest, sembrava aver trovato la via giusta per proporre una nuova edizione del programma, che contava già dodici adesioni e si sarebbe intitolato Eurovision Super Games. Purtroppo, però, per problemi economici, il progetto fu accantonato.