Era il 1995, e correva l’era Sanremese targata PIPPO BAUDO.
Sono passati ormai quasi 25 anni, ma ricordo quell’epoca d’oro come se fosse ieri. Sanremo, pervaso da una pippità ai massimi livelli, riluceva di talenti e lanciava nomi che sarebbero diventati autentici big della musica italiana come Giorgia, Carmen Consoli, Daniele Silvestri, Laura Pausini, Andrea Bocelli, Niccolò Fabi.
Il maestro Pippo Caruso, appendice con bacchetta dell’altro Pippo, quello di Militello, partoriva questa sigla destinata ad essere iscritta negli annali del Festival per lungo, lungo tempo, fino a rappresentare l’essenza stessa del baudismo a Sanremo: la grandeur, la magnificenza, lo spettacolo solenne, la messa cantata, il carrozzone infinito, la fiaba di cantanti sconosciuti destinati a diventare grandi.
Perché Sanremo è Sanremo, mica pizza e fichi.
Rudy Neri, che dà la voce e anima a questo motivetto ormai radicato nel nostro dna di festivaldipendenti, a Sanremo ci è stato anche in gara, ma nelle nuove proposte con i Prefisso, nel 1995. Peccato che nessuno lo ricordi!
“Perché Sanremo è Sanremo” è stata adottata come sigla d’apertura del Festival in tutte le innumerevoli edizioni che hanno visto Baudo ricoprire il ruolo di conduttore, direttore artistico, giudice supremo, magnifico rettore e imperatore dell’Ariston, per poi essere consegnata alla storia come jingle di tutte le rubriche sanremesi, nelle trasmissioni televisive e non solo. Non ci credete? Provate a sintonizzarvi su qualunque dei salotti che imperverseranno la prossima settimana sulle reti Rai, e vedete un po’ se qualcuno ha il coraggio di sostituirla da un pallido surrogato in saldo.
Prima di godercela in tutta la sua bellezza, vi informiamo che BL Magazine seguirà molto da vicino il festival con aggiornamenti quotidiani e commenti, a partire proprio da martedì.
Buona settimana festivaliera a tutti!