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Destinazione Eurovision! – prima parte

- 28/03/2018


Parte oggi su BL Magazine un nuovo appuntamento per BL tv, che chiameremo convenzionalmente Destinazione Eurovision! Dopo il grande seguito degli speciali sanremesi abbiamo deciso di seguire da vicino l’Eurovision Song Contest, coinvolgendo il gruppo facebook come il Magazine.

Il nostro compito, da oggi e per i 6 mercoledì che ci dividono dalla settimana eurovisiva (con gli appuntamenti televisivi dell’8, 10 – semifinali – e 12 maggio – finale -), sarà quello di raccontarvi le 43 canzoni che faranno parte del cast dell’evento musicale più seguito al mondo, così da giungere preparati alla prima edizione portoghese di sempre.

Oltre a commentare le canzoni in gara, ci sarà spazio anche per piccole curiosità e aneddoti. Non sarà seguito un ordine prestabilito, la distinzione dei gruppi (al di fuori dell’ultimo, con le bi) sarà del tutto casuale. Come già sappiamo l’Italia, insieme a Francia, Spagna, Regno Unito e Germania, è già qualificata in finale in quanto “big 5”, ossia maggiore contribuente EBU. Anche il Portogallo, in quanto nazione ospitante, è già in finale. Le altre 37 nazioni sono suddivise in due semifinali da 19 e 18 partecipanti ciascuna, e solo i dieci più votate accederanno alla finale di sabato 12 maggio.

Le nazioni partecipanti all’Eurovision Song Contest 2018 (fonte: eurovision.tv)

 

Belgio

Dopo tre top 10 di fila, il Belgio torna più agguerrito che mai all’Eurovision Song Contest, alla ricerca della sua seconda vittoria (la prima, e unica, risale al 1986 con “J’aime la vie” di Sandra Kim). Il Belgio ha due tv affiliate all’EBU che si alternano nelle partecipazioni all’esc, una appartenente all’area vallona (francofona), negli anni dispari, e una legata alla comunità fiamminga, che quest’anno, come in tutti gli anni pari, prende parte all’evento. Queste partecipazioni prima si traducevano in due lingue differenti che si davano il cambio sul palco, olandese e francese. Dopo che la regola della lingua nazionale è decaduta, oltre all’inglese, varie e interessanti sono state le proposte di brani cantati anche in lingue immaginarie (2003 e 2008).
Per la selezione interna della tv fiamminga, quest’anno, la scelta è ricaduta su Sennek, (già annunciata in autunno), classe 1990, compositrice per gli Hooverphonic, musicista e vocal coach. La sua canzone è “A matter of time”, elegante mid-tempo con venature elettroniche.
Gareggerà nella prima semifinale (8 maggio).

 

Armenia

Alla sua tredicesima partecipazione, l’Armenia è uno di quei paesi che durante l’ESC soffre costantemente i problemi politici con l’Azerbaijan. Tra due paesi, nonostante siano confinanti, vi è storicamente una faida (che si è tradotta per anni anche in operazioni militari) attorno al Nagorno Karabakh, territorio conteso tra le due nazioni. Ciò porta le due nazioni a ignorarsi, boicottarsi e spesso sabotarsi a vicenda. Le due nazioni non si sono mai scambiate alcun punto, e le giurie nazionali posizionano sempre le nazioni rivali all’ultimo posto. Ha fatto clamore, inoltre, la mancata partecipazione armena nel 2012, quando l’Azerbaijan è stata nazione ospitante.
L’Armenia è una nazione che non ha mai brillato particolarmente all’Eurovision, se escludiamo due quarti posti (uno dei quali nel 2014 ad opera di Aram mp3, con la bellissima “Not alone”). Quest’anno, per l’Armenia, gareggerà Sevak Khanagyan con “Qami” (vento). Il cantante è stato selezionato nella trasmissione in tre puntate “Դեպի եվրատեսիլ – Depi Evratesil” (Verso l’Eurovision). Sevak ha 30 anni e ha partecipato a diverse edizioni di talent show tra Russia, Armenia e Ucraina in qualità di concorrente e di giudice. Canterà una canzone interamente in armeno per la prima volta nella storia dell’evento. Il brano è una ballad dal sapore mediorientale.
Gareggerà nella prima semifinale (8 maggio).

Cipro

La piccola isola mediterranea di Cipro è alla sua 36° partecipazione all’Eurovision. Nella sua lunga carriera ha, tuttavia, raccolto ben poco in termini di riscontro in voting: 3 quinti posti tra gli anni ‘80 e il 2004. Trattandosi di una nazione di lingua greca, e quindi vicina alla penisola ellenica culturalmente e socialmente, nella tradizione eurovisiva è consueto lo scambio, vicendevole, dei 12 punti tra Cipro e Grecia. Il momento del voting, inoltre, è stato utilizzato dai portavoce nazionali per denunciare la divisione politica dell’isola e della capitale Nicosia (controllata dal governo nazionale di Cipro e dalle forze militari turche, che si attribuiscono l’occupazione di Cipro del Nord).
La entry cipriota dell’anno è “Fuego”, cantata da Eleni Foureira, ed è stata annunciata a gennaio dopo una selezione interna della tv di Stato. La Foureira ha vent’anni ed è nata in Albania, e da qualche anno gravita nelle classifiche pop elleniche. La canzone è invece scritta dal greco-ikea Alex Papaconstantinou con un team interamente svedese. Fuego è un tipico motivetto in puro stile eurovisivo che si tradurrà senza dubbio in una performance pop apprezzata dagli eurofans più conservatori.
Gareggerà nella prima semifinale (8 maggio).

 

Islanda

Misteriosa e gelida, l’Islanda fa parte del cosiddetto “blocco scandinavo” (che comprende Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca), gruppo di nazioni che tende da sempre a scambiarsi i punti più alti o comunque a “preferirsi” nelle votazioni. Tra le nazioni del blocco è comunque quella che meno ha beneficiato del favore del voting. Alle soglie della 32° partecipazione non si registra alcuna vittoria e solo 2 secondi posti. Gli ultimi anni, in particolare, sono stati abbastanza infausti per l’Islanda che non becca una qualificazione in finale dal 2014. Nonostante i pessimi risultati, la fredda isola raggiunge percentuali di share quasi plebiscitarie nelle serate dell’Eurovision, praticamente il 98%, in media, dell’audience nazionale negli ultimi anni.
La selezione è affidata al festival organizzato dalla tv di stato RUV, il Söngvakeppnín, quest’anno vinto da Ari Olafsson con “Our choice”, una ballad piuttosto oldfashioned e banalotta che mette a dura prova la vocalità del giovanissimo Ari (nato nel ‘97). Qualche notizia sul cantante: ha vissuto in Florida, ha una formazione teatrale e ha mostrato le sue qualità artistiche a The Voice, è quindi un debuttante sotto tutti i fronti.
Gareggerà nella prima semifinale (8 maggio).

 

Serbia

Il trionfo di Salvador Sobral con una canzone in portoghese ha spinto tante tv di Stato a proporre dei brani nelle proprie lingue nazionali, per preservare e custodire la ricchezza multiculturale europea. Tra queste c’è la Serbia, che nel suo festival Beovizija (il cui format è tornato in tv dopo quasi dieci anni) ha proposto ben 17 canzoni in lingua locale. A spuntarla, durante una noiosissima e lunga serata, sono stati Sanja Ilić & Balkanika con Nova Deca (trad: i nostri bambini), un’altra ballad dal sapore tutto balcanico che mescola vocalizzi tradizionali e arrangiamenti moderni. I Balkanika sono un gruppo fondato a fine anni ‘90 da Sanja Ilić, con l’obiettivo di tenere in vita e proporre in chiave musicale moderna le tradizioni medievali e bizantine serbe. Il risultato lo giudicherete voi…
Il gruppo è molto numeroso e conta una decina di componenti: il regolamento dell’Eurovision, tuttavia, permette un massimo di 6 persone sul palco per ogni nazione, sarà quindi operata una cernita.
La Serbia è una delle nazioni balcaniche più blasonate all’Eurovision, e vanta una vittoria nel 2008 con l’intensa “Molitva” (preghiera) di Marija Šerifović e diverse partecipazioni (come concorrente e autore) di Zeljko Joksimovic, un vero e proprio eurovision-star che ha anche condotto la manifestazione nel 2008. Prima del 2007, anno in cui si è presentata in gara come nazione a sé, la Serbia ha gareggiato come “Serbia e Montenegro” e come membro della Repubblica di Jugoslavia dal 1961 al 1992.
Gareggerà nella seconda semifinale (10 maggio), quella in cui l’Italia gode del diritto di voto.

 

Repubblica Ceca

La Repubblica Ceca, o “Cechia”, com’è stato suggerito dal parlamento nazionale di chiamarsi, è una delle nazioni più giovani dell’Eurovision Song Contest così come lo conosciamo adesso. Solo 7 le partecipazioni finora collezionate. Dopo un triennio terribile (2007-2009) in cui ha inanellato una caterva di ultimi posti in semifinale e addirittura un nul points (0 punti), ci riprova più seriamente a partire dal 2015, con brani e performance decisamente più curati. Nel 2016 è addirittura arrivata la finale con “I stand”, power-ballad della bellissima Gabriela Gunčíková.
Quest’anno la tv ceca ha organizzato una finale nazionale il 29 gennaio, in cui sono stati individuati sia l’artista che la canzone: la vittoria è andata a Mikolas Josef con Lie to me (che ha scritto lui stesso). Nato nel 1995, ex modello e appassionato di chitarra, si affaccia nel mondo della musica nel 2015. Lie to me è un pezzo moderno pop/rnb che lui canta piuttosto bene.
Gareggerà nella prima semifinale (8 maggio).

 

Lituania

Chiudiamo questa prima parte con la Lituania, unico paese delle repubbliche baltiche a non aver mai vinto l’Eurovision. Il massimo del successo per questa piccola nazione è giunto nel 1994 con un sesto posto, e il suo accesso in semifinale è sempre in bilico. Nel 2015 hanno fatto scalpore due baci gay/lesbo durante la performance dei bellissimi Vaidas Baumila & Monika Linkytė con This Time (che non è piaciuto alla Russia). Quest’anno, dopo una lunghissima – e seguitissima – selezione nazionale “Eurovizijos“ dainų konkurso nacionalinė atranka“ (Selezione Nazionale Eurovision Song Contest) di 8 puntate e ben 51 canzoni partecipanti, con un regolamento perennemente mutevole, si è giunti finalmente alla vittoria di Ieva Zasimauskaitė, che oltre ad avere un cognome complicatissimo canta When We’re Old (quando siamo anziani). Ieva si è fatta conoscere dal grande pubblico lituano con The Voice nel 2012 e da allora ha partecipato a (quasi) tutte le selezioni eurovisive lituane, fino alla vittoria di quest’anno. Curiosità: è vegetariana e fa pratica ayurvedica. La canzone è un’elegante ballad cantata con un soffio di voce sul tema della vecchiaia, impreziosita col tocco di un pianoforte.
Gareggerà nella prima semifinale (8 maggio).

 

Adesso la parola a voi! Qual è, tra queste, la vostra entry preferita? Qual è la curiosità che vi ha colpito di più? Commentate e condividete. A mercoledì prossimo!

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Sono nato in Puglia, terra di ulivi e mare, e oggi mi divido tra la città Eterna e la città Unica che mi ha visto nascere. La scrittura per me è disciplina, bellezza e cultura, per questo nella vita revisiono testi e mi occupo di editing. Su BL Magazine coordino la linea editoriale e mi occupo di raccontare i diritti umani e i diritti lgbt+ nel mondo... e mi distraggo scrivendo di cultura e spettacolo!

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