DUNKIRK guarda a un evento storico ben preciso. Nolan destruttura quella pagina di storia per riflettere sul tempo che minaccia o facilita l’avanzare dell’uomo verso la propria rovina o verso la propria ascesa.
Trama _ 1940. Maggio. Sulla spiaggia di Dunkirk circa 400.000 soldati inglesi, accerchiati dall’esercito tedesco, devono ripiegare per salvarsi. Il piano di evacuazione coinvolge anche le imbarcazioni civili, chiamate ad aiutare le rimpatriata dei sopravvissuti. Intanto il nemico continua l’inesorabile attacco su terra, mare e cielo.
Christopher Nolan ha “riscritto” il genere bellico. Lo ha fatto nell’unico modo possibile a lui congeniale: destrutturando il tempo, quasi fosse un rompicapo alla INCEPTION (2010) o un gioco di illusione alla THE PRESTIGE (2006), ma conservando un realismo che lascia storditi e sconvolti.
Del grande mito nazionale che è stato “Dunkirk” Nolan decide di ricostruire quella pagina di storia guardando a tre momenti differenti, ma concatenati, di questo miracoloso avvenimento.
Una settimana sulla spiaggia dove le truppe britanniche attendono di essere evacuate; un giorno in mare dove Mr Dawson, assieme al figlio e a un altro ragazzino, recupera i naufraghi; un’ora in cielo dove il pilota Ferrier abbatte i bombardieri tedeschi.
L’intreccio temporale può, in un primo tempo, confondere, ma è un “prestigio” cinematografico che accentua e sottolinea l’irreversibilità dei fatti narrati e l’esigenza di sopravvivere al presente, giacché non ha rilevanza un prima e quello che sarà dopo, ma solo fare la cosa giusta (o sbagliata) adesso.
Ed è sempre il Tempo a governare le sorti degli uomini: quello infinito di coloro che attendono giorni in una spiaggia che diventa ora eterno Purgatorio e ora Inferno di anime perdute; quello necessario perché si possa salvare più gente possibile; quello che rimane prima che il carburante vada a finire.
I dialoghi quasi assenti, sono contenuti: nessun monologo o parola che vada a calcare furbamente la drammaticità dei fatti narrati. La musica corposa e minacciosa di Hans Zimmer è anch’essa protagonista assoluta di questo film imponente e meraviglioso che nella sua costruzione e nella sua resa va a superare quasi tutti i film di guerra a oggi diretti.
Il forte realismo, il montaggio, la fotografia a tutto schermo, le riprese aeree che sovvertono cielo e terra e mare, le diverse prove attoriali (tutti, nessuno escluso: Tom Hardy, Kenneth Branagh, Cillian Murphy, Mark Rylance e Fionn Whitehead, solo per citarne alcuni), le varie linee temporali che si intersecano e si sfiorano e si scontrano
(come le traiettorie dei bombardieri e quelle dei proiettili); sono tutti elementi che rendono la visione di questo film (giustamente candidato a Miglior Film e ad altre 5 candidature dei premi Oscar) un’esperienza totalizzante che ricrea il caos della guerra e capace di emozionare per immagini.
Il viaggio di Nolan dopo aver superato i limiti dello spazio ( INTERSTELLAR) e dei sogni (INCEPTION) plana sulle pagine della Storia, atterrando indenne sui lidi del Capolavoro.
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