Approdato su Netflix il 23 Settembre scorso, ENOLA HOLMES è già tra i titoli più cliccati del momento, complice una trama di misteri e colpi di scena e un cast all star tra cui spicca il volto della giovane Millie Bobby Brown.
Enola, sorella minore del più celebre Sherlock e del primogenito Mycroft, è stata cresciuta da sua madre tra lezioni di scherma e di scienza, ma non ha mai conosciuto i fratelli maggiori. Il giorno del suo sedicesimo compleanno però la madre scompare. Spetterà a Sherlock Holmes ritrovare la loro madre, mentre Mycroft è intenzionato a rendere sua sorella una brava signora, giacché Enola è stata cresciuta come una selvaggia e per giunta femminista. Peccato che la ragazzina abbia i suoi piani e decide di andare lei da sola sulle tracce della madre.
Adattamento cinematografico del primo di una serie di libri scritti da Nancy Springer, ENOLA HOLMES, ha tutte le carte in regola per essere un prodotto vincente.
A cominciare dalla protagonista, la ormai celebre Undici del serial STRANGER THINGS, Millie Bobby Brown che qui vediamo mai così fresca e solare e capace (al suo primo vero ruolo importante) di rompere la quarta parete rivolgendosi direttamente verso il pubblico in svariati (forse anche troppi) momenti della storia.
Non c’è da stupirsi di questa scelta registica giacché dietro la macchina da presa vi è Harry Bradbeer, regista che si è fatto notare per la serie FLEABAG dove la protagonista si rivolgeva lei pure al pubblico.
Di supporto troviamo poi una sempre grandiosa Helena Bonham Carter nei panni della madre Eudoria, donna combattiva e rivoluzionaria. In tal senso ENOLA HOLMES diventa un piccolo e glorioso manifesto femminista per le nuove generazioni pur guardando a un contesto storico e sociale definito. La storia è ambientata nel 1884, periodo cruciale per le battaglie di donne che hanno versato lacrime e sangue per raggiungere il suffragio femminile.
Peccato convinca meno la presenza di un bello e fin troppo emotivo Henry Cavill nei panni del celebre Sherlock Holmes. Di fatto l’investigatore che tutti conosciamo è un uomo la cui mente lucida e calcolatrice non ha tempo per cedere alle emozioni, semmai all’uso di cocaina e morfina. Non a caso è in corso una causa ai danni della scrittrice Nancy Springer (e ora di Netflix) intentata dagli eredi di Conan Doyle (ideatore del personaggio di Sherlock).
Al di là di quali siano gli esiti di questa causa, la seconda avventura della piccola Enola Holmes è già in fase di produzione.
Confido in un film meno prolisso, la cui durata non sia sopra le due ore (eccessive a mio parere) e con un messaggio femminista che sì, sia alla portata di tutt*, ma che sia meno buttato lì, tanto per esserci, perché deve esserci. Perché fa politically correct. Perché fa black (le lottatrici di colore anche no!). Perché fa banalmente cool.
L’ostilità verso il corsetto che sessualizza la donna e diventa metafora di una costrizione sociale? Avanguardia pura!
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