ESCAPE ROOM è il nuovo thriller che strizza l’occhio a certe pellicole del recente passato adattandosi alla moda dei giorni nostri.
Un gioco contro il tempo che sa intrattenere, senza alcuna pretesa.
Sei persone ricevono un cubo misterioso al cui interno è custodito l’invito a prender parte a un gioco.
Una lauta ricompensa spetterà a chi sarà capace di venire fuori da una delle più complesse e difficili escape room mai realizzate.
Non passerà molto tempo perché i partecipanti al gioco si renderanno conto che in palio c’è anche la loro stessa vita.
Questo film ha veramente ben poco di originale e richiama titoli e saghe ben collaudate come quella di “SAW” e quella di “THE CUBE“.
Qui non vi è però alcuna lezione morale o spunto filosofico sull’esistenza e la morte. Solo il malsano piacere voyeuristico di vedere chi morirà per primo.
Il prodotto, destinato al giovane pubblico, non offre salti sulla poltrona e non vi è spargimento di sangue o di interiora.
L’interesse di ESCAPE ROOM viene dalla costruzione di stanze e situazioni scenograficamente accattivanti e ben congegnate.
Il finale – come prevedibile – si apre sulla possibilità di uno o più sequel (solo gli incassi e l’interesse del pubblico potrà determinarne la sorte) tralasciando furbamente quelle che sono le ragioni (se mai ce ne siano) e la/le menti che si cela/no dietro al crudele gioco.
In definitiva ESCAPE ROOM è un film che si guarda con piacere trangugiando pop corn e sorseggiando una bibita gasata, tiene desta l’attenzione fino all’ultima scena e offre un cast variegato che non brilla certo per doti recitative, ma funzionale al vero e unico protagonista: il gioco letale!