La prima semifinale dell’Eurovision Song Contest è archiviata. Le prime 10 canzoni si sono aggiunte a Italia, Francia, Spagna, Germania, Regno Unito e Israele per andare a comporre l’elenco dei partecipanti della finalissima di sabato 18 maggio.
Vorrei tanto parlarvi dell’opening act dell’agile Netta e della sua inedita versione di Toy che ha fatto esplodere l’Expo di Tel Aviv, ma credo che non riuscirei a trovare le parole adatte per descrivere un momento così baraccone. Pertanto vi invito a recuperarlo, perché TOY è stato letteralmente un’esplosione di trash, in puro stile israeliano.
Quattro conduttori, due uomini e due donne: c’è anche Bar Rafaeli, che abbiamo visto a Sanremo nel 2013 in qualità di ospite. Anche se non la ricorda nessuno. Due dei conduttori gestiscono la conduzione dello show e altri due curano i collegamenti dalla green room: gruppo affiatato e bene assortito. E poi il conduttore Assiz Azar (sembra quasi il nome di un personaggio di Essos del Trono di Spade) ha un aspetto luminoso, affascinante.
Ma partiamo con le spietatissime review!
CIPRO: Tamta – Replay https://www.youtube.com/watch?v=3jCAyvVJVFw
Tamta propone un pallido replay dell’esibizione che l’anno scorso portò Eleni Foureira addirittura alla medaglia d’argento. La cantante cipriota però non è gnocca come Eleni e neanche altrettanto intonata, anzi. Le imprecisioni sono diverse e tutte piuttosto gravi, sia nella gestione del fiato che nel coordinamento dei ballerini.
Voto: 5,5. PIU’ CHE REPLAY CHIEDO LA MOVIOLA
Risultato: in finale. La delegazione cipriota sta maturando una solida credibilità in tema di puttan-pop, ma non basterà a Tamta, con tanto di stivali alla Roberta Bruzzone e il caschetto alla Paola Barale, a guadagnare la zona alta della classifica.
MONTENEGRO: D Mol – Heaven https://www.youtube.com/watch?v=oV200JAouTc
Il Montenegro si affida ad un sestetto di esordienti. La canzone è una sbobba ruffiana e stucchevole che neanche una puntata di “Settimo cielo”, e i ragazzi, bontà loro, sono invero bruttini (ad eccezione di un paio). Una performance per giovani vecchi, troppo manieristi per piacere al pubblico a casa e poco intriganti per le giurie. Troppi movimenti inutili, troppa finzione. Fuffa per anziani.
Voto: 4,5 AMARA SORPRESA
Risultato: a casa, com’era prevedibile e com’è giusto. Piazzare 6 giovanissimi sul palco che giocano ad essere affiatati come i protagonisti di Dawson’s creek , e sperare che possano piacere a qualcuno è una piissima illusione.
FINLANDIA: Darude feat. Sebastian Rejman – Look Away
https://www.youtube.com/watch?v=VSPhIwOJfRs
Se volessi trovare una controparte italiana a tutto ciò, mi verrebbero in mente Gabry Ponte alla consolle e Nek alla voce. La Finlandia ci prova con dignità, ma nel risultato finale manca qualcosa. La canzone è catchy e ballabile, ma sembra estratta da una puntata a caso di un vecchio Festivalbar a Lignano Sabbiadoro e pertanto non graffia, non stupisce e non lascia il segno.
Voto 5,5 – SOTTO LA CONSOLLE NIENTE
Risultato: eliminata. Non sono bastati gli occhi belli del Nek finlandese per andare in finale.
POLONIA: Tulia – Fire Of Love (Pali się) https://www.youtube.com/watch?v=IEu0F5uobVo
È davvero una proposta inedita e originale quella della Polonia questa sera. Il quartetto delle Tulia attinge dal folktronik e dai canti tradizionali, e in nell’epoca di globalizzazione dei costumi si presentano vestite colorate come le guardie svizzere e una cofana in stile Wanda Osiris in testa. Tanto buffe quanto potenti nel canto.
Voto 8 – SPIAZZANTI
Risultato: eliminate clamorosamente. È possibile che non siano state capite, così come i loro costumi eccessivi avranno fatto storcere il naso a qualcuno. Peccato perché erano veramente forti.
SLOVENIA: Zala Kralj & Gašper Šantl – Sebi https://www.youtube.com/watch?v=wnA0doOsGDY
Zala sembra passata lì per caso. Affronta la canzone con assoluta noncuranza di ciò che le è intorno, guarda il suo Gasper negli occhi e bofonchia parole incomprensibili, che potrebbero essere benissimo la lista della spesa tanto quanto l’elenco del telefono di Lubjana. E non ha alcun interesse nel mostrarsi coinvolta in ciò che accade. Al contrario, il giovane Gasper la guarda con gli occhi dell’amore, l’avvicina, le accarezza i fianchi e probabilmente spera in un limone. Ma niente. Zala ha lo sguardo di chi timbra il cartellino alle 8 del mattino in ufficio con la forma del cuscino in faccia.
Sebi, tuttavia, è un brano fortemente intimista e le coccole platoniche di Zala e Gasper sono niente di più e niente di meno quello che ci voleva per comunicare il senso del brano.
Voto 7,5 COSI’ PARLO ZALATUSTRA.
Risultato: incantano la platea e passano, nonostante la performance casalinga e il borbottio di Zala. Sorprendenti.
REPUBBLICA CECA: Lake Malawi – Friend od a friend
https://www.youtube.com/watch?v=8-HR-L4QY0g
La performance funziona, i tre sono piuttosto scafati e disinvolti e il montaggio rende piacevole la resa in tv. Si attinge a piene mani dal repertorio anni ’90, sound ideale per una band minimale con una buona attenzione al look.
Voto 7 FRIENDZONED
Risultato: In finale! Seconda di fila per la Repubblica Ceca, nazione ancora emergente. Puntare su musica giovane e artisti dalla buona presenza sul palco paga sempre.
UNGHERIA: Joci Pápai – Az én apám
https://www.youtube.com/watch?v=IpVr0pBLfI4
Joci non è nuovo all’Eurovision, dato che si è classificato ottavo nel 2017. Il brano di quest’anno, però, non ha la stessa forza di Origo che gli consentì di arrivare in finale. Az én apám è un pezzo ripiegato su se stesso e piuttosto ripetitivo, e alcune scelte risultano incomprensibili, come un faccione somigliante a Mario Merola sparato senza preavviso sullo schermo che avrà spaventato tutti. E che dire di Joci? Non perfettamente nel pezzo, infarcito di vocalizzi. Una gabbia più che un brano.
Voto 6, MEROLONE
Risultato: eliminato! L’Ungheria manca la sua prima finale in dieci anni. Proporre una versione depotenziata di quanto visto solo due anni prima non ha giovato ad una delegazione sempre piuttosto ben considerata da giuria e pubblico. È ora di uscire dalla propria zona di comfort.
BELARUS: ZENA – Like It https://www.youtube.com/watch?v=6IxL8uvArVg
C’è un po’ dell’innocenza di Britney Spears degli esordi, e anche un po’ di Christina Aguilera. Like it è un pezzo ben confezionato per piacere ad un certo tipo di pubblico (leggi Cipro), l’unica strada per una delegazione che non può vantare né grandi successi eurovisivi né una tradizione musicale da cui attingere. Il pop salva tutti. Chiariamoci, siamo al brodo primordiale del pop: una proposta basica per una cantante indistinguibile in un mucchio di vocalist.
Voto 5, NOT GONNA LIKE IT
Risultato: In finale. Piuttosto prevedibile, non si urla certo al miracolo ma è un segnale di invito alla distensione e alla rivalutazione del pop all’Eurovision.
SERBIA: Nevena Božović – Kruna https://www.youtube.com/watch?v=_ZlGaTtWCWI
Nevena è la prima, vera cantante di questa sera. Una canna invidiabile, una classe da gran diva. Kruna è la solita powerballad balcanica, non propone assolutamente nulla di nuovo ma è una discreta sicurezza in mancanza di valide alternative, e soprattutto ha un metalinguaggio facilmente comprensibile per chiunque. Gli acuti, il crescendo, il look con ampia gonna, la proposta serba è un concentrato di certezze. E con una voce del genere c’è una mezza ipoteca per la finale.
Voto 7, MADONNA DELL’INKRUNATA
Risultato: meritevolmente in finale. Giusta la scelta della lingua nazionale, perfetta quella dell’interprete. Non servono troppi accessori quando si ha una materia prima sufficiente.
BELGIO: Eliot – Wake Up https://www.youtube.com/watch?v=iFB9NnjU4ns
“Wake up!” è quello che chiunque avrebbe voluto urlare in faccia ad Eliot durante questa performance. Al giovane cantante belga mancano l’esperienza, l’espressività e la giusta preparazione vocale per affrontare un palco così difficile. Tre minuti di totale inconsapevolezza, fortemente segnati dalla tremenda staticità dell’esibizione. I suoi occhietti da cerbiatto un po’ impietosiscono, ma la dura legge del voting è crudele per tutti.
Voto 4, SVEGLIA
Risultato: eliminata. Il Belgio ha davvero difficoltà con gli staging e con il carisma degli interpreti, che il più delle volte risultano essere dei pesci lessi dallo sguardo vitreo.
GEORGIA: Oto Nemsadze – Keep On Going https://www.youtube.com/watch?v=vu4nHsaAJwU
“Vaaaaraatavarathààààà” è il mantra ripetuto da Oto per i tre, inquietanti minuti della sua esibizione. Conciato come Lorenzo Sangue Blu di Gomorra, sembra piuttosto essere il villain di una Via Crucis qualsiasi. La sua potenza vocale è impressionante: un graffiato degno del miglior Fausto Leali e una forza interpretativa come se ne sono viste pochissime in serata. E poi tanto di quel fuoco che sembra di scorgere l’ombra di Drogon nelle vicinanze. Tanta roba. Forse troppe vocali messe sul fuoco.
Voto 7, KATTIVO!
Risultato: Oto torna a Tblisi a mani vuote. Avrei scommesso qualche euro sul suo passaggio, ma probabilmente un’estrazione non a favore con predominanza occidentale ha compromesso l’arrivo di punticini preziosi che avrebbero potuto aiutarlo a risalire fino alla decima posizione.
AUSTRALIA: Kate Miller-Heidke – Zero Gravity
https://www.youtube.com/watch?v=m3WF2AsxLB8
Sicuramente una performance di grande effetto. Kate e le sue ballerine sfidano la gravità andando letteralmente – e visivamente – in orbita. Nulla di simile si era mai visto all’Eurovision, e la perfezione tecnica di Kate rende il tutto una splendida, incredibile favola che da oggi potrebbe avere come lieto fine una vittoria. Una nota stonata è l’eccesso di effetti speciali che, soprattutto nella prima parte, rendono l’esibizione troppo carica visivamente. Talmente carica che il bello, ad un certo punto, fa il giro e diventa kitsch.
Voto 8, FLUTTUAZIONI AUSTRALI
Risultato: ovviamente in finale. Australia e Ucraina sono ormai gli unici fortini che finora resistono alle forche caudine delle semifinali. L’Australia è molto spinta dalle giurie, ma in alcuni casi ha anche avuto un buon riscontro di pubblico. Sarà l’anno buono per onorare la loro partecipazione con un atteso primo posto? A questa domanda rispondo con un’altra: senza tutta l’attrezzatura volante, la canzone avrebbe la stessa presa sul pubblico?
ISLANDA: Hatari – Hatrið mun sigra https://www.youtube.com/watch?v=U1HNhA-7OEU
L’esibizione più “fuori di testa” della serata. Gli Hatari sono un gruppo punk rock, e come di consueto un genere simile infiamma le platee, quando non le divide. Borchie, outfit sadomaso, uomini al guinzaglio. Dei veri performers calati nella parte dei cattivi. Non è una canzone da cantare sotto la doccia, ma potrebbe essere un buon preludio ad un’orgia BDSM.
Voto 8, DISTOPICI
Risultato: in finale! La terra dei ghiacci torna nel giro giusto dopo 5 anni di autoesilio. Davvero bastava solo un po’ di bondage?
ESTONIA: Victor Crone – Storm https://www.youtube.com/watch?v=1-7NFt8EAe0
Ha 22 anni ma con quell’acconciatura da imprenditorino brianzolo ne dimostra una decina di più. Ammicca alla telecamera, sorride con tutti i suoi 44 denti e per non strafare si avvolge in un giubbino di pelle qualunque. Canta malino, ha difficoltà con le note alte e, forzando, risulta anche piuttosto sgradevole all’udito. Ma gli errori tecnici non deludono tanto quanto la performance, che si attesta su livelli piuttosto insulsi.
Voto 5, TEMPESTA? AL MASSIMO UNA PIOGGERELLINA.
Risultato: In finale! Chi ci avrebbe mai pensato che il figlio del bauscia potesse farcela?
PORTOGALLO: Conan Osiris – Telemóveis https://www.youtube.com/watch?v=SIGn9_yMLn4
Ho un grosso problema con questa esibizione: non l’ho capita. E insieme a me il resto dell’Europa, suppongo. C’era un tempo in cui il Portogallo all’Eurovision era sinonimo di fado, o nei casi più disperati di lambada. Da qualche anno, invece, la selezione lusitana ha alzato il tiro e ha aperto a giovani autori. Quest’anno l’ha spuntata l’enigmatico Conan Osiris, che con “telemoveis” vuole rimettere al centro i rapporti di forza tra le persone e non lo schermo nero di un cellulare. Auspicio lodevole, se non fosse che per spiegarlo ha bisogno di mettere in scena un’esibizione talmente concettuale da farmi tornare in mente Jep Gambardella quando chiedeva all’attrice “Che cos’è una vibrazione?”. Ecco, io chiederei a Conan: cosa sono quelle smorfie? Era necessario cantare come Nino D’Angelo e tirare su tutto questo carrozzone tribale per farti capire? No, no davvero.
Voto: 5,5 Ho il ballo di San Vito e non mi passa.
Risultato: Conan tornerà presto in Portogallo col suo ballerino sbattutissimo, per manifesta supercazzola.
GRECIA: Katerine Duska – Better Love https://www.youtube.com/watch?v=gPHOFq4hoIU
No pain, no gain è tutto quello che riusciamo a capire del pezzo. Tra le mani di Katerine Better Love diventa una b-side di un album di Giusy Ferreri, della quale eredita anche la relativa difficoltà nell’articolare i versi e nella respirazione. Lo staging è piacevole, colorato e ben strutturato, ma il timbro cacofonico di Katerine riesce a spegnere l’entusiasmo anche per una performance bene organizzata.
Voto: 4,5 ATENE-BANGKOK
Risultato: La Grecia passa in finale, merito della facile presa che ha il pezzo al primo ascolto. Restano solo da limare alcuni attacchi non proprio precisi della Duska.
SAN MARINO: SERHAT – SAY NANANA https://www.youtube.com/watch?v=_BWHL5I-E-A
Serhat è tornato a grande richiesta (di chi?) per cercare di riconsegnare a S. Marino una finale che manca da 5 anni.”Say nanana” è una canzone divertente, Serhat è un allegro guascone, ma non ha un talento vocale particolarmente spendibile, diciamolo. L’esibizione di ieri sera di Serhat è stata particolarmente spiacevole per il belcanto, considerata la totale assenza di intonazione e un timbro consunto da corde vocali bruciate. Maria de Filippi l’avrebbe cantata meglio.
Ma chi se ne importa quando possiamo dire nanana e fottercene allegramente? Vai forte, grande!
Voto 6 per la simpatia, 6 NANANA
Risultato: non è ancora possibile sapere come sia successo, ma nonostante un’esibizione da dimenticare, Serhat ha riportato San Marino in finale. Adesso aspettiamo che l’Italia vinca l’Eurovision per capire se è il caso di costruire un bunker antiatomico.