Svolta epocale al Festival del Cinema di Berlino, destinata a far discutere.
Nell’ambito di una riorganizzazione generale dei premi la Berlinale, oltre a garantire che la prossima edizione del Festival si terrà dal vivo, ha dichiarato ieri l’abolizione delle categorie “Miglior attore” e “Migliore attrice” in favore di un riconoscimento per la “Migliore interpretazione protagonista” e “Migliore interpretazione non protagonista” con un Orso d’argento che sarà assegnato indipendentemente dal genere.
Eliminato anche l’Orso d’Argento dedicato ad Alfred Bauer, storico del cinema tedesco e già direttore della rassegna per decenni, già sospeso nel 2020 in seguito alle accuse mosse dal quotidiano Die Zeilt, lo scorso febbraio, sul ruolo collaborazionista che Bauer avrebbe avuto con il Ministero della Propaganda del regime nazista. Al suo posto sarà consegnato il Premio della giuria – Orso d’argento.
La Giuria Internazionale del Concorso assegnerà quindi i seguenti otto premi: Orso d’oro per il miglior film (assegnato ai produttori del film); Gran Premio della Giuria dell’Orso d’Argento; Orso d’argento per il miglior regista; Premio della giuria Orso d’argento; Orso d’argento per la migliore interpretazione protagonista; Orso d’argento per la migliore interpretazione non protagonista; Orso d’argento per la migliore sceneggiatura; Orso d’argento per l’eccezionale contributo artistico.
Maggiore inclusione per il genere non binary
«Riteniamo che non separare i premi nel campo della recitazione in base al genere costituisca un segnale per una consapevolezza più sensibile nell’industria cinematografica», hanno commentato Carlo Chatrian (direttore artistico della Berlinale) e Mariette Rissenbeek (direttore esecutivo della Berlinale).
Rendere i premi per la migliore interpretazione neutri rispetto al genere è una svolta rivoluzionaria e inclusiva verso quegli artisti che non si riconoscono nel genere binario, ma sorprendentemente coerente con quanto già avviene per tutte le altre categorie di premi conosciute, non distinte da una specifica di genere.
A questo proposito, nello scorso mese di giugno l’interprete Asia Kate Dillon, conosciuta per aver lavorato nelle serie “Billions” e “Orange is the ne black”, dichiaratamente non binary, aveva indirizzato una lettera aperta agli organizzatori dei Sag Awards (i premi del maggiore sindacato USA dei lavoratori del mondo dello spettacolo), chiedendo di abolire le categorie specifiche di genere: “Separare le persone in base al sesso assegnato e / o alla loro identità di genere, non solo è irrilevante quando si tratta di come giudicare una performance recitativa, ma è anche una forma di discriminazione“, aveva detto Dillon: “Le categorie attuali non solo cancellano le identità non binarie limitando gli artisti a identificarsi come maschio o femmina / uomo o donna (cosa che non tutti i membri del SAG, come me, fanno), ma servono anche come sostegno del binario di genere in generale , che sostiene attivamente altre forme di discriminazione, tra cui il razzismo, il patriarcato e la violenza di genere“.
Sarà un episodio isolato o anche altre fondazioni o accademie del cinema seguiranno lo stesso esempio della berlinale? Difficile dirlo, anche a fronte delle rimostranze che diverse case di produzione e distribuzione potrebbero avanzare per le minori possibilità di portare a casa una nomination o un premio, con il carico di attrattiva e pubblicità che una candidatura comporta sugli interpreti e sui titoli stessi.
Gli ultimi vincitori dell’Orso d’Argento per il miglior attore e la migliore attrice sono stati assegnati quest’anno a Elio Germano per l’italiano “Volevo nascondermi”, di Giorgio Diritti, film sulla vita del pittore Antonio Ligabue e Paula Beer per il franco-tedesco “Undine”. La 71° edizione del Festival del Cinema di Berlino si terrà dall’11 al 21 febbraio prossimi.