GREEN BOOK, ispirato a una splendida storia vera, racconta di un’amicizia tra due mondi apparentemente distanti, ognuno preso a combattere le proprie battaglie quotidiane.
Stati Uniti, anni ’60.
Frank Vallelonga, padre di famiglia italoamericano e dall’animo irrequieto, conosciuto dai più come “Tony Lip”, è uno che sa sporcarsi le mani e che sa alzarle quando (non sempre) serve.
In un periodo di ristrettezze economiche accetta l’impiego come autista di un musicista di colore, Don “Doc” Shirley.
Il talentoso pianista ha deciso di fare un tour di 3 settimane che attraversi l’ostile Mid-West e nel Sud degli States.
Non mancheranno momenti di forte tensione e altri di grande umanità.
Il Green Book del titolo è un piccolo libro che Frank riceverà poco prima della sua partenza: una speciale guida che permetteva agli uomini di colore di viaggiare in sicurezza attraverso l’America e quindi di trovare locali e motel a loro adatti.
Il film di Peter Farrelly (che ha scritto anche la sceneggiatura assieme a Brian Hayes Currie e Nick Vallelonga, figlio del sopracitato Frank) guarda con tono leggero a un tema sempre attuale: il razzismo.
Grande merito di Farrelly è quello di guidare la macchina da presa con misurato equilibrio tra commedia e film politico.
Egli guarda a un determinato periodo storico e dissemina il racconto di episodi che ben evidenziano il clima del paese.
Bastano poche scene, dialoghi asciutti ed essenziali che quasi mai appesantiscano l’azione, perché venga posto l’accento sulle infinite contraddizioni del popolo americano (quello di ieri così come quello di oggi);ma anche su quelle ipocrisie e piccole scappatoie che tutti, chi più chi meno, utilizziamo per non affrontare la realtà.
Eppure Farrelly nel fare questo non cade mai nel patetico o nell’aspra critica sociale.
A dare maggiore spessore e luce all’opera è senz’altro la presenza di due attori carismatici e mai così perfetti nei loro rispettivi ruoli: da una parte Viggo Mortensen nei panni dello scorbutico e rozzo italoamericano dal cuore buono; e dall’altra il maestoso Mahershala Ali in quelli del musicista di colore dai toni e i modi pacati, acculturato e ben vestito.
Ovviamente il viaggio porterà entrambi a conoscere meglio il compagno di avventura e a venire a patti con la propria natura.
Se Frank comprenderà come sia necessario mettere da parte le “cazzate” perché possa ambire a migliorare la sua posizione nella società; Shirley dovrà riappropriarsi delle sue origini e rispettare la sua persona.
Sebbene sul finale cada tanta neve quanto un certo sentimentalismo che va a posarsi leggero sulle coscienze di tutti, GREEN BOOK resta un film che si fa vedere con piacere.
Perfetto nella forma e nel contenuto, così come nella fotografia e nelle scenografie, è il tipico film che pare nato per arrivare alla notte degli Oscar e far incetta di premi.
Sicuro lo meriterebbe Viggo Mortensen! A ogni film aggiunge una sfumatura in più alla sua recitazione e qui offre una genuinità e un fascino sorprendenti.