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I MISERABILI _ Una guerra tra cielo e cemento (recensione)

- 19/05/2020
I miserabili di Ladj Ly (2019)


I MISERABILI (2019) è un film ispirato alle rivolte di Parigi del 2005 ed altri fatti realmente accaduti, diretto da chi è nato e cresciuto nei sobborghi di cui racconta. Potente e feroce.

Montfermeil, periferia di Parigi. Nel suo primo giorno di servizio l’agente Ruiz si trova nella squadra mobile di polizia, affiancato da Chris e Gwada. Bastano poche ore perché egli capisca di trovarsi in un quartiere che vibra delle forti tensioni tra gag locali e tra queste e le forze dell’ordine. Nello stesso giorno il furto di un cucciolo di leone porta a una serie di azioni irreversibili.

Del celebre romanzo di Victor Hugo, questo I MISERABILI di Ladj Ly, oltre che il titolo e una breve didascalia finale, conserva la volontà di denunciare la preoccupante realtà di vite spezzate, piegate, contaminate, rovinate e destinate a soccombere tra rivolte, vendette, prostituzione, droga e violenza.

Il film si apre su delle immagini di repertorio che sono emblema di una società multietnica e interreligiosa unita e partecipe nel tifare la nazionale di calcio. Ma una volta catapultati prepotentemente nel mezzo della storia, quelle immagini iniziali, benché reali, ci appaiono fittizie, speranze di un’utopica civiltà che non ci appartiene.

In un certo senso I MISERABILI di Ly richiama alla memoria anche L’ODIO di Kassovitz, ma mostra la crescita esponenziale di certe realtà dei sobborghi parigini, oggi più frammentate e forse maggiormente turbolente.

Nells foto: Damien Bonnard (Ruiz), Alexis Manenti (Chris) e Djibril Zonga (Gwada)

Una volta immersi nella realtà del film seguiamo i tre poliziotti farsi strada nel labirinto di quartieri in cui coesistono forzatamente gli affari del boss dello spaccio, la comunità latina, i musulmani e il loro leader Salah, i gitani del circo e poi i tanti ragazzini dei palazzi popolari che fin da piccoli hanno imparato a cavarsela da soli (o così credono), figli della violenza e della sopravvivenza, piccoli adulti cresciuti tra le dure leggi della strada.

C’è poi un divario incolmabile tra il punto di vista terreno (quello dalle polizia), cinico e viziato, e quello che vede tutto dall’alto (di un drone telecomandato da un ragazzino del quartiere) e che diventa inconsapevole testimone di un misfatto.

Questo divario troverà la sua tragica congiunzione nella parte conclusiva de I MISERABILI, all’interno di un palazzo fatiscente in cui tutto precipiterà e nella cui azione in verticale (le scene sono girate sulle rampe delle scale che portano ai vari livelli del palazzo) ognuno sarà portato a decidere della loro salvezza o condanna. Qui si arriverà alla guerra decisiva tra generazioni e contro un sistema marcio nelle sue fondamenta. Uno scontro ancora aperto in cui non può giungere la parola fine giacché sarà il futuro e le singole scelte a decretarne il destino.

I MISERABILI di Ladj Ly si è visto assegnato la Palma d’oro della giuria al Festival di Cannes 2019

Ladj Ly, voce coraggiosa e sincera di questo conflitto, porta il suo messaggio (la sua denuncia) a compimento, affidandosi alla sola narrazione delle azioni di molti e alle loro conseguenze, senza mai interferire, senza mai spiegare o giudicare. Decide invece di chiudere il suo film citando un potente verso di Victor Hugo che possa essere monito per noi tutti:

“Non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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