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IL GRANDE DITTATORE di Charlie Chaplin (1940) Un capolavoro senza tempo

- 15/10/2021
IL GRANDE DITTATORE (1940) di Charlie Chaplin


Charlie Chaplin con IL GRANDE DITTATORE (1940) andava contro un sistema e un’ideologia che stava logorando il quadro sociale e politico dell’Europa, ma era conscio di lasciare per sempre anche il suo alterego – il vagabondo Charlot – (e quindi il cinema muto) offrendosi al grande pubblico in un doppio ruolo inedito, ma sempre intriso della poesia della sua recitazione.

La Trama Dopo aver salvato un pilota durante il primo conflitto mondiale, un barbiere ebreo viene inviato al fronte e viene poi ricoverato in un ospedale per sei anni dove perde la memoria. Intanto il dittatore Adenoid Hynkel, che somiglia al barbiere quasi fossero gemelli, sale al potere dello stato di Tomania. Tornato alla sua bottega e alla realtà di tutti i giorni il barbiere rimane sconvolto dai soprusi militari che mettono paura per le strade e nelle case della sua gente. Assieme ad alcuni reazionari decidono di ribellarsi, ma invano. Più avanti una serie di circostanze fortuite porteranno il baribiere e Hynkel a scambiarsi di identità e tutto prenderà una piega inaspettata.

Charlie Chaplin ha lavorato per diversi anni alla realizzazione di questo grande e coraggioso progetto che è IL GRANDE DITTATORE. Completò la stesura della sceneggiatura nel 1938 (all’epoca dell’annessione dell’Austria nel Reich) e girato in gran segreto nel 1939, quando l’Inghilterra aveva già dichiarato guerra alla Germania.

Charlie Chaplin nel ruolo di Adenoid Hynkel nel film IL GRANDE DITTATORE (1940)

Nonostante sapesse perfettamente che la distribuzione del film sarebbe stato ostacolata oltreoceano , Chaplin si impegnò nel suo più grande impegno produttivo (in termini di mezzi e effetti speciali) e fu il primo film che interpretò (in un doppio ruolo) usando la sua voce e quindi dando simbolicamente addio al cinema muto.

Una presa di coscienza e un impegno, etico e morale, che simboleggiava anche un atto reazionario verso il male che stava prendendo potere nel cuore europeo e minava le fondamenta della libertà e della comunione tra popoli di tutto il mondo. Era doveroso alzare la voce. Non si poteva più tacere davanti a certe atrocità.

Decise quindi di dirigere un film che prendesse di mira il nazismo, parodiandone l’ideologia e la figura che maggiormente personificava questo potere: Adolf Hitler.

Per prepararsi Chaplin studiò tutto il cinema di propaganda nazista per poi accentuare nella rigidezza della postura del suo dittatore quell’ottusità tipica di quell’ideologia nazista e del suo “frontman” che è stato Hitler (considerato da Chaplin stesso “il più grande attore di tutti i tempi”).

Charlie Chaplin in una sequenza de IL GRANDE DITTATORE (1940)

IL GRANDE DITTATORE rappresenta da una parte un’anomalia nella filmografia di Charlie Chaplin e forse non è il suo miglior film in assoluto se paragonato a un TEMPI MODERNI (1936), ma è dai più considerato oggi una pietra miliare e un capolavoro. Un film fortemente voluto che ha visto Charlie Chaplin in una delle sue più belle interpretazioni.

Charlie Chaplin come abbiamo detto interpreta e scimmiotta Hitler nei panni Adenoid Hynkel. Per questo ruolo il noto regista/attore si inventò un efficace grammelot germanofono coi cui sbeffeggiare la dialettica prolissa del Führer.
Iconica ormai è la sequenza coreografica che vede Hynkel giocare con un pallone/mondo che riassume perfettamente la feroce e puerile volontà di potere del dittatore.

Ma Chaplin interpreta anche il gentile e determinato barbiere ebreo, personaggio che conserva tutta quella carica romantica e malinconica del suo più noto personaggio, ma potenziandolo grazie all’uso della parola.

IL GRANDE DITTATORE uscì in America il 15 Ottobre 1940, ma fino al 1945 la distribuzione in Europa fu vietata.
In Italia, per l’edizione distribuita nelle sale nel 1960, furono apportati tagli per un totale di 20 minuti di girato.
Solo nel 2016 la cineteca di Bologna è stata in grado di restaurare il film e distribuendolo nelle sale in un’edizione integrale di 120 minuti in lingua originale sottotitolata.

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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