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LA CADUTA DELL’IMPERO AMERICANO di Denys Arcand

- 03/05/2019
LA CADUTA DELL'IMPERO AMERICANO di Denys Arcand


“La Caduta Dell’Impero Americano” esce poco più di 30 anni dopo da quel meraviglioso film che fu “Il Declino Dell’Impero Americano” (1986).
Il regista e sceneggiatore canadese torna a trattare (male) dell’America in un film che manca di mordente.

Pierre-Paul, un fattorino con un dottorato in filosofia, si ritrova sul luogo di una rapina andata male.
Ha l’occasione di appropriarsi di due grandi sacche piene di denaro.
E mentre la polizia è sulle sue tracce, la criminalità tesse le sue vittime in cerca di un colpevole.
Ma Pierre-Paul ha un suo disegno e uno scopo…

Denys Arcand, premio oscar per “LE INVASIONI BARBARICHE” (2003), torna al tema a lui più congeniale, la satira, per guardare alla rovinosa caduta del sistema politico e sociale del popolo statunitense.

un film di Denys Arcand
Alexandre Landry e Remy Girard in una scena de “La Caduta Dell’Impero Americano”

Il suo stile però ha un che di datato e nonostante la commedia sia ben scritta e non abbia tempi morti, manca di quella freschezza e di qualcosa che lo renda realmente “al passo coi tempi“.

In una società in cui l’educazione e la formazione scolastica e universitaria sembrano servire a poco, dove c’è una totale indifferenza verso le classi meno abbienti, in cui è “facile” raggirare il sistema perché i ricchi possano continuare ad arricchirsi; ecco una speranza.

Il protagonista (Alexandre Landry) si reinventa come una sorta di Robin Hood dei giorni nostri. Organizza una truffa perfetta con la partecipazione di due personaggi altrettanto outsider: la prostituta con un cuore (la bellissima Maripier Morin) e l’ex galeotto Sylvain (interpretato dal sempre ottimo Remy Girard).

LA CADUTA DELL'IMPERO AMERICANO (2018)
La seducente MAripier Morin interpreta una escort dal cuore gentile

Il film non presenta sbavature e la sceneggiatura è ben scritta anche quando si addentra nelle dinamiche della truffa.
E quando le cose sembrano volgere al peggio, una sorta di benevolenza divina viene in soccorso ai protagonisti, come a voler dire che se fai la cosa giusta sarai protetto dal Fato.

Certo che tra far la cosa giusta e reinventarsi dei maghi della truffa, ne passa di acqua sotto ai ponti!

In definitiva, se non conoscete questo talentoso e tagliente regista vi consiglio di recuperare la sua passata filmografia, dove lo stile e la sua penna sono espressi con maggiore precisione e incisività.
Qui c’è un’idea e un’intenzione, ma manca di quel quid che lo possa sollevare dal prodotto medio-alto.



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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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