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LA DISEDUCAZIONE DI CAMERON POST (recensione)

- 18/06/2021
La Diseducazione di Cameron Post


“LA DISEDUCAZIONE DI CAMERON POST” (2018) è un film che dovrebbero vedere tutti gli adolescenti, ma soprattutto i loro genitori. Una lezione importante e un messaggio universale.

Cameron Post è una ragazza come tante, non fosse che è attratta dalle ragazze.
Durante il ballo di fine anno viene scoperta fare sesso con una sua compagna di liceo.
La zia Ruth, che ha cresciuto Cameron dopo la morte dei genitori, decide di spedirla al God’s Promise, un centro religioso che la possa “guarire” dall’omosessualità.

Basato sull’omonimo best seller di Emily Danforth, LA DISEDUCAZIONE DI CAMERON POST è un’indagine su di una triste e controversa realtà.
Negli Stati Uniti sono presenti non poche strutture “educative” in cui la dignità umana è un diritto esclusivo di chi nega la propria identità.

La Diseducazione di Cameron Post

La regista americana di origine iraniana Desiree Akhavan resta fedele alle pagine scritte, ma ha raccolto molte testimonianze di persone che hanno vissuto realmente questa esperienza.
Nonostante i temi trattati siano drammatici, il film trova una sua anima positiva e ironica nel trio composto da Cameron e due suoi amici. La regia è compatta, così anche la scrittura è semplice, ma diretta, attenta a mettere in evidenza la luce dei suoi personaggi così come le zone d’ombra di certi sistemi educativi che sono lì a minacciare la libertà dell’individuo.

Il cast è perfetto. Ogni singolo personaggio viene delineato sufficientemente perché si possa entrare in empatia con esso.
Quello che viene fuori è ritratto tanto amaro quanto inquietante.
Persone impreparate si affidano a versi della Bibbia e psicologia spicciola per “diseducare” i giovani dalla loro condotta “immorale“. E sono più i danni che i benefici apportati, giacché non tutti i giovani hanno la forza o gli strumenti necessari per reagire.

La figura più triste è quella di Rick, una delle guide spirituali dei ragazzi, che è stato rieducato a sua volta. Basterà un evento perché tutte le sue sicurezze crollino miseramente.

La Diseducazione di Cameron Post

A brillare però è la fresca e intensa Chloë Grace Moretz (che molti ricorderanno in “DARK SHADOW” di Burton e che presto rivedremo nel remake di “SUSPIRIA” di Guadagnino). La giovane attrice conferisce tante piccole sfumature alla sua Cameron e mostra le conflittualità interiori tipiche dell’adolescenza.

LA DISEDUCAZIONE DI CAMERON POST è un’opera toccante e sincera, premiata giustamente al Sundance Film Festival, che ha la sua forza negli sguardi e nelle parole di tre splendidi personaggi adolescenti che a fine proiezione vorremmo non lasciare più. O magari ritrovare adulti, finalmente liberi di essere semplicemente loro stessi.

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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