“L’ANGELO DEL MALE – Brightburn” è un film che miscela elementi del cinema fantasy con la classica storia di formazione, ma la struttura e le finalità abbracciano il genere horror. Succulento.
Brightburn, Kansas.
Tori e Kyle Breyer hanno da sempre desiderato un bambino.
Questo sogno arriva una notte, dal cielo.
Molti anni più tardi il giovane Brandon inizia ad essere attirato da qualcosa che è nascosto nel fienile vicino alla sua casa.
In contemporanea egli inizia a prender coscienza di aver poteri sovrumani.
Tra le perplessità dei genitori e l’avversione da parte dei suoi compagni di classe, Brandon presto farà uso di quei poteri per sfogare la sua rabbia.
In un certo senso potremmo dire che questo film è una versione distorta e perversa di uno dei più celebri e amati supereroi dei fumetti: Superman.
Il piccolo Brandon viene cresciuto con amore dai suoi genitori, ma tenuto all’oscuro delle sue vere origini, quando verrà a conoscenza della verità egli si rivolterà contro tutto e tutti, perseguitato da una voce nella testa che gli dice che è destinato a conquistare il mondo intero.
David Yarovesky ha il merito di dirigere un film che, sebbene lineare e prevedibile nella sua drammaticità, non è quasi mai banale e costruisce ottime scene cariche di una tensione palpabile.
Alla storia del piccolo Brandon (un bravo e inquietante Jackson A. Dunne) dell’accettazione del suo vero Io, si contrappone quella della coppia di genitori e della loro difficoltà nel venire a patti con una realtà che diventa sempre più pericolosa.
In tal senso sono più che convincenti le interpretazioni di un mastodontico David Denman e della bella e brava Elizabeth Banks (che i più ricorderanno nella quadrilogia di HUNGER GAMES).
Ed è a questo nucleo familiare in rotta di collisione che si deve la nota più interessante in una storia che, come già detto, non si scosta dai soliti cliché del genere e non presenta alcuna direzione inaspettata.
Eppure il film (ibrido tra Superman e Omen-Il Presagio) è ben costruito e non presenta alcun calo di tensione.
E se i titoli di coda potrebbero far pensare a un possibile sequel o a una sorta di universo parallelo in cui a farla da padroni saranno i villain, è ancora presto per determinarne il successo.
L’ANGELO DEL MALE (costato 6 milioni di dollari) nelle prime settimane di programmazione ne ha guadagnato una quindicina. Che il cinema, saturo di eroi ed eroine, trovi spazio anche per il Male?