LE STRADE DEL MALE, arrivato sulla piattaforma di Netflix, spinge sulla sofferenza e sulle direzioni che questa prende o le forme letali che essa assume. Un film doloroso e cinico e crudele.
Vite perdute si sfiorano e di scontrano nell’America rurale a cavallo tra gli anni ’50 e gli anni ’70. La tragica vita del giovane Arvin Russell si interseca (per destino o fato crudele) con quella di altre oscure presenze: un perverso reverendo, uno sceriffo corrotto e una coppia di killer.
Non è un caso che la storia narrata abbia una precisa ambientazione (tra i boschi dell’Ohio e del West Virginia) e una precisa collocazione temporale, poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Sono qui da ricercare forse le cause del male che persevera ancora oggi tra violenza e razzismi e ipocrisie. In quegli anni tantissimi giovani e uomini tornavano dalla guerra dilaniati nel corpo, ma sopratutto nella mente. Molti si perdevano nei vizi degli alcolici, ma tanti cercavano un rifugio nella Chiesa, nella parola del Signore, nelle parole dei testi sacri, nelle figure di uomini di fede che guardavano solo ai loro scopi.
Tratto dal romanzo di Donald Ray Pollock (sua la voce narrante che ci accompagnerà in questo inferno), LE STRADE DEL MALE di Antonio Campos è una discesa negli inferi dell’animo umano. Una favola nera costellata di ben pochi eroi, ma che guarda alle vittime (ignare o consenzienti) ma sopratutto ai mostri che popolano le case e le strade e le cittadine del centro America.
Tra conservatorismo e una fede cieca (che è figlia dell’ignoranza) le pedine messe in gioco crollano miseramente una dopo l’altra in un gioco di colpe e di inganni (prima di tutto verso se stessi) da cui è quasi impossibile vedere un bagliore di luce. Sono anime corrotte quelle del film di Campos.
A dare consistenza a una trama difficile da digerire brillano però le interpretazioni degli attori e attrici messi in campo: dal protagonista Tom Holland fino alle incisive apparizioni di attori come Sebastian Stan, Jason Clarke e Mia Wasikowska. Non possiamo citare poi un sempre più convincente Bill Skarsgård e un’interpretazione nervosa di Robert Pattinson.
LE STRADE DEL MALE parla delle colpe dei padri che ricadono sulle vite dei figli e su come il male possa annidarsi tanto su un campo di guerra, quanto nelle sedute di una piccola chiesa di periferia. Basta coltivarlo. E pare che l’America (ma non solo) sappia farlo benissimo.
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