Dedichiamo questo approfondimento alle canzoni del 2022 dell’Eurovision Song Contest, l’evento non sportivo più seguito al mondo che debutterà tra due settimane in ITALIA, a Torino, grazie alla vittoria dei Måneskin dello scorso anno.
Rai, in quanto host broadcaster, manderà in onda per la prima volta i tre gli appuntamenti sulla rete ammiraglia: tutti sintonizzati martedì 10 maggio su Raiuno per la prima semifinale (in cui l’Italia avrà diritto di voto), giovedì 12 per la seconda semifinale e sabato 14 maggio con il gran finale.
Dopo aver recuperato il meglio della manifestazione in ambito lgbt, di inclusività, di diritti umani e scoperto tutte le sue “prime volte“, è il momento di approfondire le canzoni più meritevoli di attenzione di quest’annata, tutte aventi tematiche care a noi di BL Magazine: femminismo, identità, diritti, autodeterminazione (qui per recuperare l’articolo analogo del 2021).
Nell’elenco abbiamo volutamente lasciato fuori l’entry italiana Brividi di Mahmood e Blanco, di cui abbiamo già parlato per il Festival di Sanremo, per concentrarci su pezzi meno conosciuti.
#1 Francia / Alvan e Ahez – Fullen
Per la prima volta dal 1996, e per la seconda nella sua storia, la Francia canterà in lingua bretone. Fullen, che ha vinto la selezione nazionale Eurovision France – C’est vous qui décidez, è ispirata proprio a una leggenda locale della penisola a nord ovest della Francia. A cantarla sono Alvan & Ahez, membri di un progetto musicale nato dall’unione del solista Alvan con il trio femminile Ahez.
In bretone Fullen significa scintilla, ma è anche traducibile con “bella ragazza”. Nella canzone, la protagonista è una figura femminile emancipatrice che, una volta calata la notte, comincia a ballare e non si cura delle voci della gente che la guarda di traverso (Un’ombra femminile volteggia alla luce di una torcia / Ignorando le bestie feroci ballo […] Ballo con il diavolo, e allora? / Caldo e fango, caldo, festa e fango / La foresta vibra della scintilla danzante).
La leggenda ispiratrice narra la storia di Katell Gollet, ragazza tenuta prigioniera in una torre da suo zio. Quando Katell riesce a scappare e a raggiungere i suoi amici, incontra un giovane misterioso che si scoprirà essere il diavolo. Il destino di Katell nella fiaba popolare è drammatico, ma non quello in Fullen che invece riesce a donare alla protagonista, almeno nella canzone, un epilogo felice.
Intervistati dal quotidiano La Stampa, gli interpreti Alvan e Ahez, tutti provenienti dalla Bretagna, hanno dichiarato che Fullen vuole essere una canzone femminista e liberatrice. Sebbene l’impianto del brano sia molto moderno, con una fusione di folk e musica elettronica, Fullen contiene anche alcuni elementi del canto tradizionale bretone.
Ascolteremo Alvan & Ahez a Torino direttamente nella finale del 14 maggio.
#2 Paesi Bassi / S10 – Die depte
Dopo 12 anni, i Paesi Bassi tornano a cantare in olandese all’Eurovision Song Contest. S10 è stata annunciata dalla rete tv AVOTROS, organizzatrice dell’edizione 2021, lo scorso 7 dicembre con una selezione interna, mentre a marzo è stata annunciata la canzone.
La cantante, il cui vero nome è Stien den Hollander, ha 21 anni e ha dichiarato che le è stato diagnosticato un disordine bipolare. Il suo nome d’arte deriva dalla pronuncia del numero “10” in olandese, che è proprio “tien“. Da qui S10, ossia S-tien.
Il titolo del brano Die depte significa “la profondità” o “l’abisso”, e fa riferimento a come, nella lingua olandese, la depressione e i sentimenti di tristezza sono solitamente paragonati all’essere da qualche parte nel profondo, sotto terra.
Die depte è un brano dal sound internazionale che non risente della particolare scelta linguistica, e ricalca in gran parte la storia personale di S10. La musica narra le difficoltà riscontrate in una relazione dove l’amore che manca è anzitutto quello per se stessi. Tuttavia, è proprio la paura di perdere la persona amata che fa ritrovare, a chi si trova nell’abisso, la voglia di risalire (Oh mio caro, cosa dovrei fare? / Sono troppo in profondità e non voglio lasciarti andare / Mi nascondo sotto il tavolo / E spero che mi troverai)
Il ritmo della canzone è dolente, l’arrangiamento denso di percussioni con un ottimo mix tra strumenti acustici ed elettronici.
I Paesi Bassi si esibiranno nella prima semifinale, in cui l’Italia ha diritto di voto.
#3 Serbia / Konstrakta – In corpore sano
Mi chiedo: qual è il segreto dietro i capelli sani di Meghan Markle?
È la stramba domanda che si pone Konstrakta (pseudonimo di Ana Ðurić), la rappresentante della Serbia all’Eurovision 2022, nella canzone In corpore sano.
No, non siamo davanti a quella che in gergo è chiamata joke entry ma al preludio di una canzone-monologo piuttosto insolita di un’artista che ha deciso di portare alla ribalta nazionale, nel festival serbo Pesma za Evroviziju 22, un vero problema dello stato balcanico.
Dietro In corpore sano (il latino fa finalmente ingresso anche nel testo di una canzone eurovisiva!) c’è una complessa critica sociale dietro il sistema sanitario nazionale serbo, che non riconosce gli artisti indipendenti come una categoria da tutelare. Non resta altra scelta, per un artista, che restare in salute per non doversi pagare di tasca propria le cure necessarie. Per questo, Konstrakta nella performance è vestita con una camicetta bianca che ricorda l’uniforme di un’infermiera e indugia nel lavarsi le mani con abbondante sapone.
Il ritornello della canzone ripete ossessivamente Biti zdrava, biti zdrava: stai in salute. Una salute intesa non solo come fisica ma anche mentale. E se quella fisica può essere relativamente semplice da conservare, quella mentale non dipende da fattori attribuibili solo a noi stessi. Come conservare un corpo sano con la mente compromessa, spaventata e disperata? (Mens infirma in corpore sano / Animus tristis in corpore sano / Mens desperata in corpore sano / Mens conterrita in corpore sano).
La Serbia si esibirà nella seconda semifinale, la stessa di Achille Lauro che gareggerà per San Marino.
#4 Svizzera / Marius Bear – Boys do cry
Dopo il terzo posto del 2021, la Svizzera torna a parlare di emozioni con Marius Bear, ventottenne originario della Svizzera tedesca.
La sua è una delle voci più belle dell’anno, potente e delicata insieme, ed è messa a servizio di un brano dalle tinte disneyane intitolato Boys do cry, i ragazzi piangono, canzone sulla necessità di esprimere liberamente i propri sentimenti.
Conservare dentro di sé un’emozione equivale a farla maturare con esiti inaspettati: i sentimenti del ragazzo protagonista del brano si trasformano in catastrofi umane e naturali (a volte gli aeroplani cadono dal cielo / E le montagne si sgretolano / E i fiumi si prosciugano), proprio a dimostrare quanto violento può essere l’impatto psicologico di qualcosa che cresce dentro e non trova sfogo esterno.
Boys do cry, infine, ci insegna a non temere “il lupo” dentro di noi (le nostre emozioni, Don’t fear the wolf that lives in me): il brano si rivolge soprattutto ai ragazzi, che spesso confondono l’essere uomini con l’essere impermeabili, o peggio impenetrabili per nascondere le proprie vulnerabilità. Molti di questi comportamenti sono alla base del concetto di mascolinità tossica, che si può evitare educando, con maturità, alle emozioni.
#5 Ucraina / Kalush Orchestra – Stefania
Finalista al Vidbir, la Kalush Orchestra rappresenterà l’Ucraina all’Eurovision Song Contest a Torino. La sua partecipazione, attesissima, si preannuncia storica soprattutto perché sono circa trent’anni che una nazione coinvolta formalmente in una guerra non partecipa alla kermesse europea, La speranza, in ogni caso, è che entro il 14 maggio sia sopraggiunto l’agognato cessate il fuoco per salvare le vite di migliaia di civili innocenti.
La Kalush Orchestra è stata scelta in sostituzione di Alina Pash, vincitrice del Vidbir costretta al ritiro per via di problemi legali con i documenti, qualche giorno prima dello scoppio della guerra. Per il drammatico momento che vive la nazione è stata necessaria una particolare dispensa affinché i membri della band potessero lasciare il paese durante l’assedio russo. La loro partecipazione in presenza a Torino è stata confermata lo scorso 15 marzo.
Stefania, questo il nome del brano, è una singolare combinazione di hip hop e folk classico, cifra stilistica che rappresenta il mondo musicale della Kalush Orchestra. È una canzone incentrata sulla figura materna che comincia col ricordo di una ninna nanna, il suono che riporta il narratore al tempo in cui era bambino: le stsse strofe rap terminano con la frase “Lyuli lyuli lyuli“, che è una classica ninna nanna popolare slava.
Durante il brano, il narratore realizza che il tempo ha modificato i tratti di sua madre, visibilmente invecchiata, e ciò risveglia in lui un sentimento di nostalgia verso il passato: “Il campo fiorisce, ma lei si sta ingrigendo / Cantami una ninna nanna mamma / Voglio sentire la tua parola nativa“.
Sebbene il brano racconti delle sensazioni di un figlio nei confronti di una madre, è immediato il riferimento che può essere legato anche con la patria, l’Ucraina, terra che oggi più che mai mostra il suo lato di madre dolente, grigia, colpita nell’anima, impossibilitata a difendere i suoi figli, lasciata invecchiare e inaridire sotto le bombe.
“Mi ha cullato; mi ha dato il ritmo e probabilmente la forza della volontà; non ha preso, ma ha dato”.
Uno dei membri della band, Ihor Didenchuk, è già al suo secondo Eurovision: l’anno scorso è salito sul palco con i Go_A come loro flautista.
L’Ucraina si esibirà nella prima semifinale, in cui l’Italia ha diritto di voto.