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#Le5 canzoni dell’Eurovision Song Contest sui diritti umani

- 11/05/2021
eurovision diritti umani


2) Pace tra i popoli, Israele 2009 – There must be another way di Noa & Mira Awad

Facciamo un salto avanti nel tempo di ben 18 anni e ci spostiamo in Russia, dove per Israele fu scelto, attraverso la selezione nazionale Kdam, l’inedito duo composto dalle cantanti israeliane Noa e Mira Awad.

La coppia, che attirò a sé polemiche in patria sull’opportunità di riunire una cantante israeliana di origine ebraica (Noa) con una di provenienza araba (Mira Awad), scelse di portare sul palco di Mosca un brano sulla pace tra i popoli, There must be another way (Deve esserci un altro modo), particolare anche per la precisa scelta linguistica di contenere alcune frasi in arabo ed ebraico.

Il testo del brano è incentrato sulla consolazione che chi canta offre nei confronti di un’interlocutrice, a cui si rivolge con la parola “sorella“. Si menziona un “dolore senza nome“, e ci si augura che “verrà un giorno e tutta la paura scomparirà“. Non sono contenuti riferimenti espliciti al conflitto iseaelo-palestinese (rappresentato più che altro dalla compresenza delle interpreti), ma più genericamente la canzone è un invito alla convivenza, al rispetto e alla tolleranza tra i popoli.

Nonostante questo, diversi artisti e intellettuali locali, del mondo ebraico come di quello arabo/palestinese, chiesero alla Awad di ritirarsi dalla gara per non trasmettere al mondo l’impressione erronea che tra israeliani e palestinesi corresse buon sangue, e che questo fosse strumentalizzato per insabbiare le morti dei civili palestinesi nella Striscia di Gaza. In un’intervista alla radio pubblica nazionale, Awad rispose specificando che la canzone intendeva solamente ipotizzare uno scenario possibile con lo sforzo di entrambe le parti coinvolte.

Il brano si è classificato al 16° posto in finale, con 53 punti.

We will go a long way
A very difficult way
Together to the light
Your eyes say
All fear will disappear
And when I cry, I cry for both of us
My pain has no name
And when I cry, I cry
To the merciless sky and say
There must be another way

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Sono nato in Puglia, terra di ulivi e mare, e oggi mi divido tra la città Eterna e la città Unica che mi ha visto nascere. La scrittura per me è disciplina, bellezza e cultura, per questo nella vita revisiono testi e mi occupo di editing. Su BL Magazine coordino la linea editoriale e mi occupo di raccontare i diritti umani e i diritti lgbt+ nel mondo... e mi distraggo scrivendo di cultura e spettacolo!

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