3) Violenza sulle donne, Ungheria 2014 – Running di Kállay Saunders
Siamo in Danimarca, nell’edizione dell’Eurovision che vide trionfare la barbuta Conchita Wurst. Grande successo, quell’anno, fu riscosso anche dall’Ungheria, nazione che prima del ritiro (avvenuto nel 2020 e confermato quest’anno) ha sempre collezionato finali e posizioni dignitose nella manifestazione canora europea.
“Running“, brano del newyorkese naturalizzato magiaro András Kállay-Saunders, di ungherese ha ben poco, ma grazie alle contaminazioni r&b e hip hop portate in dote del suo interprete è riuscito a impressionare l’arena di Copenaghen e il pubblico, raccontando la tensione, il dolore e la sofferenza che si celano dietro gli orrori dell’abuso di un padre verso la propria figlia.
La fuga, in questo caso (she keeps on running, running, running, never sees the light) è il primo passo per sopravvivere ad una realtà dove, con la complicità della madre (Mama let the devil in her house) si perpetrano violenze il cui ricordo sarà indelebile.
Kállay-Saunders, che con Running si è classificato al quinto posto con 143 punti, ha formato una propria band, The Middletonz, dopo il successo all’Eurovision, con la quale si è ripresentato alle selezioni nazionali ungheresi nel 2019.