Per tanti anni il tema dell’omosessualità in musica è stato riserva di caccia di cantautori eccentrici, anche d’oltreoceano, che cercavano d’insinuare nella discografia alcune tematiche sociali.
E mentre nel mondo anglofono venivano incisi pezzi immortali come “Smalltown boy” di Bronski Beat, o “Outside” di George Michael, qui in Italia, oltre ai filoni trash (Cristiano Malgioglio, Squallor) e punk (Ivan Cattaneo) in voga negli anni ’80, tra l’avanguardistico e il pecoreccio, solo alcuni titolatissimi parolieri riuscivano a raccontare il mondo lgbt in musica. Spesso cadendo nella facile retorica, certo, ma finalmente scoperchiando un vaso di Pandora che tutti vedevano ma che nessuno osava aprire.
Queste sono 5 canzoni italiane dedicate al mondo lgbt che sono passate inosservate ai più.
Ivan Cattaneo – Polisex (1980)
I soggiorni a Londra di Ivan negli anni ’70 hanno attribuito pienamente la connotazione futurista di questo cantautore che voleva essere il David Bowie italiano. “Polisex” è un inno al poliamore antelitteram, quando il concetto fluid-gender era ancora molto lontano e i favolosi anni ’70 stavano aprendo un mondo agli ’80, decennio in cui anche il corpo diventò merce da esposizione nel delirio di un consumismo sfrenato.
Uomo sarai
Di lingua di labbra
Di mano & di cuore
Ma il cuore sto cuore
Lasciamolo stare
Polisex polisex polisex
[…]
E sarai donna
E poi comunque sarai
La donna che
Fa sempre ciò che non vuoi…ciò che non vuoi
Che non vuoi … che non vuoi… che non vuoi
Giuni Russo – I ragazzi del Sole (1986)
La descrizione di un universo gay vissuto nel sottobosco di una trasgressione intrigante e innocente, tra corpi distesi al sole e sguardi fugaci dietro le porte.
Sotto i jeans aderenti
Hanno mille misteri
E concedono al buio
Rilassanti piaceri
Hanno padri severi
Sguardi dolci e violenti
Vanno in giro da soli
Con la notte tra i denti
Mia Martini – Uomini farfalla (1992)
È la storia di un menage à trois che finisce 2 a 0 per gli uomini protagonisti di questo amplesso promiscuo. C’è lei che quasi divertita accetta di “averne due nel cuore”, fino a che i suoi uomini farfalla non spiccano il volo e si lasciano andare ad una passione che può vederla solo spettatrice.
L’idea di un sì
l’idea di averne due nel cuore
l’idea fiorì da farmi quasi male
l’idea di un sì dagli orizzonti cosi
nuovi
m’innamorò coi suoi colori….
E i colori dentro il buio
hanno il peso delle mani
ma i miei uomini farfalla
Dio, com’erano lontani
li guardavo accarezzarsi
fare il loro arcobaleno
tenerezze quasi dure
coltivate sul mio seno.
Subsonica – Eva-Eva (2005)
Tra sudore ed elettronica, la calda voce di Samuel dei Subsonica racconta di un suadente amplesso tra donne. Il piacere si confonde al tormento, la vanità al piacere, e tutto fluttua in una dimensione quasi innaturale, sospesa. Un gioco di donne estranee e complici.
Così eva intacca eva
Confondendo i segni ed i sensi.
Tra le arcate del sudore
Un giocattolo che si apre:
Abile
Forbice,
Complice
Vanità
Motta – Sei bella davvero (2018)
È stato visto (e passato piuttosto inosservato) a Sanremo 2018, anno in cui Motta ha vinto la Targa Tenco per il migliore album. Due anni prima, nel suo disco d’esordio (anch’esso Targa Tenco per la Migliore Opera Prima), ecco “Sei bella davvero”, tenera dichiarazione d’amore dell’avventore di un locale ad una ragazza transessuale. Il brano è stato certificato disco d’oro.
Ti sei tolta le scarpe
E ti sei messa a ballare
Sai sognare per gioco e sei bella davveroQuelle scarpe giganti
Un nodo alla gola
Ti guardano tutti
Ma sei bella davvero
E voi, quale canzone italiana lgbt conoscete?