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#Le5 canzoni straniere che raccontano la violenza sulle donne che probabilmente non conoscevi

- 25/11/2020
canzoni violenza sulle donne


#1 Four women – Nina Simone (1966)

La tormentata voce black di Nina Simone ha saputo raccontare anche le violenze subite dalle donne afro-americane, nella loro doppia condizione di minoranza.

Correva l’anno 1966, e la straordinaria Nina regalava al mondo la tumultuosa “Four women“, contenuta nell’album Wild is the wind. Nella canzone si racconta, appunto, di 4 donne: Sarah, con la schiena piegata – ma non spezzata – dalle persecuzioni della vita e degli uomini; Siffronia, nata dalla violenza di un uomo bianco; Sweet Thing, una prostituta; e Peaches, consapevole e combattente, ma non più disposta a subire.

“Four women” costò molte critiche a Nina Simone anche dall’interno della comunità nera, perché per la prima volta rivelava le contraddizioni del sessismo e della doppia discriminazione subita, in quanto donne e in quanto afroamericane.

Nina Simone disse di questa canzone:

«Ho scritto una canzone, “Four Women” […] Le donne nella canzone sono nere, ma i loro toni della pelle vanno dal chiaro allo scuro e le loro idee di bellezza e la loro importanza ne sono profondamente influenzate. La canzone non fa altro che raccontare cosa passava nella mente della maggior parte delle donne nere d’America quando pensavano a loro stesse: la carnagione, i capelli – lisci, crespi, naturali – e cosa pensavano di loro le altre donne. Le donne di colore non sapevano cosa diavolo volevano perché erano definite da cose fuori dal loro controllo, e fino a quando non avessero avuto la sicurezza di definirsi sarebbero rimaste bloccate nello stesso casino per sempre. Quando “Four Women” fu pubblicato nel 1966, alcune stazioni radio nere vietarono ai DJ di suonarlo perché dicevano che “insultava” le donne nere. Non è stato così, e vietarlo è stata una cosa stupida da fare, ma non sono rimasta sorpresa. La canzone diceva una verità che molte persone negli Stati Uniti, specialmente i neri, semplicemente non erano pronte a riconoscerlo.»

«My skin is yellow
My hair is long
Between two worlds
I do belong
My father was rich and white
He forced my mother late one night
What do they call me
My name is Siffronia
My name is Siffronia
»

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Sono nato in Puglia, terra di ulivi e mare, e oggi mi divido tra la città Eterna e la città Unica che mi ha visto nascere. La scrittura per me è disciplina, bellezza e cultura, per questo nella vita revisiono testi e mi occupo di editing. Su BL Magazine coordino la linea editoriale e mi occupo di raccontare i diritti umani e i diritti lgbt+ nel mondo... e mi distraggo scrivendo di cultura e spettacolo!

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