Orange is the new black: bi is a mess
Per sette stagioni il penitenziario femminile di Litchfield ha messo in scena un multiverso di legami sessuali e sentimentali tra le detenute che sarebbe davvero difficile riassumere.
Al netto di alcune coprotagoniste dichiaratamente bisex come Nicky o Boo, alcune star della serie, pur non dichiarandolo mai, si pongono al centro di un racconto a tinte bisex. Un esempio è ovviamente Piper, figura intorno alla quale si allineano gli astri negativi del fato lungo tutta la serie. All’inizio della prima stagione veniamo a sapere che Piper è fidanzata con Larry, dopo aver avuto un torbido passato d’amore con una donna, Alex, per la quale aveva accettato di trasporare droga. Ritrovatesi insieme a Litchfield, tra le due scatterà di nuovo la scintilla della passione.
Pensare però che Piper sia un personaggio bisex “affidabile” non è corretto: nella sua indecisione, che in carcere diventerà vera dannazione, Piper finirà tanto per essere tradita quanto per tradire, alla ricerca di una connessione emotiva reale e definitiva che stabilirà solo verso la fine della serie.
Peggio di Alex fa Lorna Morello: l’irriducibile stalker italo-americana, innamorata di un uomo che a malapena la conosce, in carcere sarà sedotta da Nicky che, invece, prova per lei un sincero affetto. E dopo aver fornicato con lei per le scale, sotto la doccia o persino nella cappella, Lorna prediligerà un fidanzamento – eterosessuale – per corrispondenza alla consolazione erotica con Nicky.
Il vero colpo di grazia alla validità degli affetti delle donne bisessuali in Orange ce lo offre però Dayanara Diaz (Dasha Polanco) nelle ultime stagioni. Con una condanna all’ergastolo, la ragazza (che in passato aveva intrapreso una relazione con la guardia John Bennett) si avvicina per interesse a Dominga “Daddy” Duarte, leader androgina di uno dei settori di massima sicurezza e spacciatrice di riferimento per tutta la prigione. Daya accetta di assecondare le profferte sessuali e romantiche di Daddy per ottenere dell’ossicodone, utile per lenire il dolore delle costole rotte. All’amica Gloria Mendoza, Daya confiderà di essere “gay for the stay“, specificando di “dover restare in prigione per sempre“.
Alla luce della sua condanna all’ergastolo, l’identità “eterosessuale” di Daya al di fuori del carcere ha poche conseguenze, il che comporta la pesante implicazione che la sua identità bisex in prigione sarebbe altrettanto insignificante all’esterno.