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LIGHT OF MY LIFE _ Un viaggio d’amore per le donne (recensione)

- 26/11/2019
LIGHT OF MY LIFE di Casey Affleck


LIGHT OF MY LIFE è un’opera prima sorprendente al servizio di un messaggio importante. Un film che guarda alla sola speranza di un mondo in rovina: la donna.

Un virus ha sterminato quasi l’intera popolazione femminile. Un padre e sua figlia Reg (costretta a fingersi maschio per non essere nel mirino di uomini vili e predatori) si muovono di continuo, nascondendosi tra i boschi e case abbandonate.

Casey Affleck (premio oscar nel 2016 come Miglior attore protagonista per “MANCHESTER BY THE SEA“) scrive e dirige un film essenziale, ma prezioso. Egli guarda a un futuro disastroso di un’umanità alla deriva, esasperando problematiche (femminicidio e violenza sulle donne) che sono le stesse da secoli, ma di cui non si è trovata ancora oggi soluzione.

La violenza sociale esercitata è di fatto una piaga che ogni giorno colpisce tante, troppe donne. È un virus silente, accettato, tramandato, pubblico e privato; è un atto legittimato in certi paesi e culture e in altri (come il nostro) persiste e talvolta viene quasi giustificato.

Casey Affleck e la giovane Anna Pniowsky

LIGHT OF MY LIFE diventa metafora di questa violenza, di questo male incurabile che annienta le donne. Gli uomini rimasti, destinati a soccombere tra rivalità e meschinità, resi impotenti e soli dalle leggi di una Natura o di una divinità severe e ostili, sono per lo più incapaci di guardare alle poche donne rimaste come a loro simili, ma sono per loro un tesoro, una loro proprietà, un oggetto che altri sono pronti a rubare e sfruttare.

Ma il film è anche e sopratutto un inno a un legame affettivo tra un padre e una figlia che supera mille avversità.
È un inno al valore delle parole e delle storie e della Storia: Reg può conoscere il passato solo attraverso i racconti che il padre le racconta ogni sera, prima di andare a dormire, facendo propri concetti e lezioni importanti, assimilandoli però non in maniera passiva, ma con senso critico.

La meravigliosa prova attoriale della giovane Anna Pniowsky, con i suoi occhi profondi, luminosi di una maturità e di un’onestà disarmanti, illumina ogni scena, conferendo sostanza e sentimento e calore anche laddove le ambientazioni e le situazioni sono delle più crudeli e desolanti.

Casey Affleck si conferma attore bravissimo e si rivela regista altrettanto sensibile e centrato.
LIGHT OF MY LIFE è un film che non eccede mai, suggerisce, stimola il pensiero, scuote le coscienze, fa sobbalzare il cuore, emoziona. Nei silenzi e nelle simboliche inquadrature riesce poi a comunicarci quello che le parole non possono dire. Perché l’amore e il nostro futuro necessitano sopratutto di sguardi diretti e di attenzioni e di gesti concreti, necessari, coraggiosi.
Se questo non possiamo farlo per noi è urgente che lo si faccia per i nostri figli e per quelle donne che portano nel cuore (prima ancora che in grembo) la speranza di uomini migliori.

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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