“Cari amici, vi comunico che mia madre Lucía Bosé è venuta a mancare. Adesso è nel migliore dei posti“. Con queste parole, il cantante e attore spagnolo Miguel Bosé ha annunciato su twitter la scomparsa di sua madre, Lucia Bosé.
La grande attrice (il cui vero nome era Lucia Borloni), scoperta da Luchino Visconti nella pasticceria di Milano dove lavorava, aveva 89 anni (compiuti lo scorso gennaio). Non versava in buone condizioni di salute, ed è morta poche ore fa in un ospedale di Segovia a causa del Coronavirus.
Queridos amig@s … os comunico que mi madre Lucía Bosé acaba de fallecer. Ya está en el mejor de los sitios. #MB pic.twitter.com/H33dlay3lk
— Miguel Bosé (@BoseOfficial) March 23, 2020
Chi era Lucia Bosé
Nata a Milano il 28 gennaio 1931, eletta Miss Italia a Stresa nel 1947, si è fatta conoscere dal grande pubblico nel periodo delle “maggiorate” del cinema italiano, insieme ad attrici come Sofia Loren, Gina Lollobrigida e Silvana Pampanini.
C’è chi l’ha definita un outsider, chi una diva, ma Lucia Bosé era molto altro. Innamoratissima di uno dei toreri spagnoli più famosi al mondo, Luis Dominguìn, dal quale ebbe tre figli (Miguel il più famoso, che ha adottato addirittura il suo cognome), Lucia è stata una donna e un’artista feroce e combattiva per la sua libertà e per la sua emancipazione.
È proprio il concorso di Miss Italia che le apre le porte dello spettacolo: debutta come attrice nel 1950 con Non c’è pace tra gli ulivi di Giuseppe De Santis, accanto a Raf Vallone, lo stesso anno conquista critica e pubblico in Cronaca di un amore del Maestro Michelangelo Antonioni, dove interpreta il ruolo di una donna costretta a sposare per necessità un uomo più vecchio di lei e che intreccia una relazione con un ragazzo che aveva amato in gioventù.
Diventa importante figura del neorealismo italiano, lavora con Massimo Girotti, e Gino Cervi (con quest’ultimo in La signora delle Camelie diretta ancora da Antonioni), e spopola a Cinecittà con Aldo Fabrizi e Luciano Caprioli. Indimenticabile, poi, il ruolo di Marisa nella commedia Le ragazze di Piazza di Spagna (1952) di Luciano Emmer, con Marcello Mastroianni.
Visto il successo in patria, viene chiamata anche oltralpe da Luis Buñuel, che la vuole fortemente in Gli amanti di domani (1955), È grazie al successo europeo che conosce Luis Miguel Dominguìn: lo sposa nel 1955 e gli dà tre figli: Paola, Miguel e Lucia.
Si trasferisce in Spagna, che diventa la sua nuova patria: qui ha modo di conoscere artisti che scrivono (e riscrivono) la storia della nazione e non solo: Pablo Picasso, ma anche Salvador Dalì e Gala. E perfino Hemingway non resiste al suo fascino.
Nel 1967 divorzia da Dominguìn, diventato ossessivamente geloso e manipolatore, che voleva per lei una carriera davanti al focolare domestico piuttosto che davanti alla macchina da presa. A otto anni da Testamento d’Orfeo (1960), torna in Italia e si in patria e si fa dirigere da Federico Fellini in Fellini – Satyricon (1969) e dai fratelli Taviani ne Sotto il segno dello Scorpione (1969).
Continua la sua carriera d’attrice sino agli anni ottanta, incrociando il destino di altri attori eccellenti come Jeanne Moreau e Gérard Depardieu, fino a quando decide di ritrasferirsi a Madrid: torna in Italia per alcune brevi apparizioni in fiction televisive o ruoli secondari in pellicole non troppo di successo.
La sua grande personalità, effervescente e imprevedibile, si è riflessa negli ultimi anni nel suo caratteristico colore di capelli blu elettrico.
L’ultima apparizione in Italia risale allo scorso 27 ottobre, quando è stata ospite da Mara Venier nella trasmissione Domenica In.