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NOI e i mostri che non vogliamo vedere allo specchio (recensione)

- 09/04/2019
NOI di Jordan Peele


NOI è un’opera complessa e stratificata che sa spaventare con intelligenza.
Un’opera che lascia il segno e che accende infiniti dibattiti.
Cosa chiedere di più?

1986, Usa.
Mentre l’intera nazione è impegnata a preparare “Hands Across America” – una gigantesca catena umana di beneficenza che dovrebbe attraversare l’intero continente e destinata a essere un flop economico e organizzativo – una bambina si perde in un labirinto di specchi.
Molti anni dopo, ai giorni nostri, quella stessa bambina, ormai cresciuta, va in vacanza col marito e i due figli in una casa vicino al mare.
Adelaide però è inquieta. Un senso di minaccia da quel lontano episodio l’ha sempre attanagliata e ora che è tornata non lontano da quel luogo sente di essere in pericolo.
Presto le sue paure si concretizzeranno quando la loro casa verrà invasa da 4 figure misteriose che scopriranno essere identiche a loro.

NOI di Jordan Peele

La seconda opera del talentoso regista Jordan Peele era carica di aspettative.
Il suo primo film, GET OUT- Scappa, è stato un vero successo di critica e di pubblico e si è aggiudicato il premio Oscar 2018 per la Migliore Sceneggiatura Originale.

NOI è uno splendido esempio di come sia possibile ancora oggi sfornare nuove idee e confezionare un ottimo film di genere.
Terrorizza, inquieta, fa ridere (per la sua vena sarcastica) e fa riflettere.

Il tema del doppio non è certo una novità, ma è interessante come questo sia sviluppato e come da questo vadano a diramarsi più significati, su più livelli, più o meno esplicitati.

Il regista ha affermato che questo film vuole riflettere sulle infinite contraddizioni del sistema Made In Usa.
NOI è infatti un film che parla di lotta di classe, di differenze razziali, di come la Storia pare non insegnarci nulla e che quindi siamo portati a ripetere i medesimi errori.

NOI di Jordan Peele

Ma serpeggiano anche tematiche importanti come l’integrazione, l’ipocrisia del capitalismo e la sfiducia verso il governo.
Mi piacerebbe addentrarmi nello specifico, ma sarebbe necessario svelare tanto e forse troppo di una trama ricca di colpi di scena.

Di certo NOI è un horror politico, che richiama alla mente i film di Romero, ma che affonda la lama delle forbici nel tessuto sociale moderno occidentale (anche il nostro).

Non saranno pochi i punti di domanda che si solleveranno durante la visione e il finale – per certi versi sconvolgente – darà un’immagine deformante di tutto quanto si è assistito e un sapore mai così tragico e cinicamente veritiero della natura umana.

Se Jordan Peele, qui non solo regista, ma anche sceneggiatore e produttore, costruisce un incubo moderno praticamente (quasi) perfetto, con una colonna sonora e un montaggio che tengono col fiato sospeso; buona parte della riuscita del film è merito di un cast di primo livello.

Bravissimi tutti gli interpreti: maschere dell’orrore e doppi che resteranno impressi negli occhi e nella mente degli spettatori.
Ma a brillare su tutti è la meravigliosa protagonista Lupita Nyong’o.
Lei, già vincitrice di un Oscar, nel doppio ruolo di Adelaide e Red, sfodera tutte le sue doti recitative: espressività e gestualità controllate nei minimi dettagli che tra tic, cambio della voce, movimenti robotici, delineano uno dei personaggi più inquietanti visti di recente sul grande schermo.


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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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