Si è celebrata il 26 Aprile 2021 la 93 edizione degli Academy Awards, più comunemente conosciuti come Oscar. Quelli del grande cinema. Quelli che celebrano la bellezza dell’arte cinematografica nei suoi vari aspetti tecnici, artistici e recitativi.
Era un anno speciale per tutti. La cerimonia di premiazione, causa Covid, si è tenuta due mesi in ritardo, nell’incertezza di quello che sarebbe stato. Tra misure di sicurezza e speranza lo show è andato in onda sempre tra le rassicuranti mura del Dolby Theatre di Los Angeles, ma in uno spazio diverso, più contenuto e privo di un vero fascino.
Il consueto red carpet c’è stato, ma era tutto più statico, più sobrio. Meno sfavillio di abiti e di gioielli (tant’è che sono stati gli uomini a indossare gli abiti più eccentrici tra oro e vanità) e il cinema, la sua rinascita, è stato il solo protagonista.
Tuttavia non dimentichiamoci che gli Oscar sono stati da sempre rappresentativi di un momento politico o riflesso di quelle che sono le tendenze della società statunitense. Nel bene e nel male.
È stato l’anno delle conferme. Gli Stati Uniti così come la giuria dell’Academy si sono aperti alla diversità e allo straniero. Se l’anno scorso era stato quel piccolo gioiello di PARASITE di Bong Joon-ho a farla da padrone, quest’anno a vincere è stato sì un film statunitense, ma diretto da una donna e pure asiatica.
NOMADLAND ha conquistato i tre premi tra i più prestigiosi: quello come Miglior Film, quello per la regia e quello per la Mìgliore Attrice protagonista, la sempre brava Frances McDormand.
Chloé Zhao è una donna minuta ma risoluta che con le sue lunghe trecce ha rapito gli sguardi e il cuore di tutti. È la prima donna asiatica ad aver ottenuto un premio così prestigioso ed è (SOLO) la seconda donna nella storia dell’Academy a vincere l’ambita statuetta per la regia, prima di lei lo vinse soltanto Kathryn Bigelow nel 201o per il suo THE HURT LOCKER.
Il suo film ha messo d’accordo tutti e buona parte del suo successo è da ricondurre a un’altra grande donna. L’antidiva per eccellenza, col suo look mai appariscente e una totale noncuranza della ricrescita dei capelli (sempre disordinati o a stento trattenuti da una o due forcine), Frances McDormand ha vinto il terzo premio Oscar come attrice protagonista dopo averlo già ottenuto per i suoi ruoli indimenticabili in FARGO (1996)e poi in TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI (2017).
C’è però da dire che questo ruolo nulla aggiunge a quanto già avevamo visto nelle sue precedenti interpretazioni.
A questo punto avrei preferito veder vincere la grande prova di Vanessa Kirby in PIECES OF A WOMAN o la sempre magnetica Viola Davis per la sua performance in MA RAINEY’S BLACK BOTTOM.
E a proposito di questa pellicola targata Netflix ho trovato davvero poco centrate le vittorie per i migliori costumi e il miglior trucco. Ingiustamente rubati al grande lavoro sartoriale e di artigianato italiano fatto per il film PINOCCHIO di Matteo Garrone.
Altro grande snobbato a questo giro è stato però lui, David Fincher e il suo immenso MANK. Forte delle sue 10 nomination ha vinto solo sul piano della fotografia (premio andato a Erik Messerschmidt) e quello per la migliore scenografia (premio diviso tra Donald Graham Burt e Jan Pascale). Spero che presto o (troppo) tardi gli venga riconosciuto altro merito, soprattutto a livello di regia per il suo sempre impeccabile lavoro.
SOUND OF METAL (tra i miei favoriti) si è aggiudicato giustamente i premi relativi al Miglior Sonoro e quello per il Miglior Montaggio.
Ho storto il naso invece sia per la vittoria al Miglior Documentario andato all’opera MY OCTOPUS TEACHER sia per il premio al Miglior Film di Animazione andato a SOUL della Pixar.
Meritatissimo invece il premio al miglior cortometraggio di animazione andato a quel gioiello che è SE SUCCEDE QUALCOSA VI VOGLIO BENE di Will McCormack e Michael Govier che potete recuperare su Netflix.
THE FATHER (ma anche il toccante MINARI) è stato certamente la più bella sorpresa di questa 93 edizione degli Oscar e si è portato a casa l’oscar per la Migliore Sceneggiatura Non Originale e quello per il Miglior Attore andato a Sir Anthony Hopkins che però non era presente alla cerimonia e non ha neppure fatto una diretta streaming. Solo molte ore più tardi ha ringraziato con un post sul suo profilo instagram. A oggi è l’uomo più anziano ad essersi aggiudicato un premio così prestigioso.
Ha sorpreso e non poco la scelta di consegnare i premi per le interpretazioni sul chiudere (frettolosamente) della cerimonia e relegare il momento più atteso – quello della vittoria per il Miglior FIlm) a un prima, depotenziandone in un certo senso il tutto.
Di certo di questa cerimonia così sobria e poco esaltante resteranno nel cuore le parole del regista Thomas Vinterberg e la sua vittoria per il Miglior Film Straniero UN ALTRO GIRO. L’uomo, con la voce quasi spezzata dal pianto, ha dedicato la sua vittoria alla figlia scomparsa prematuramente, a soli 19 anni, per un incidente stradale avvenuto poco prima dell’inizio delle riprese.
Miglior film
The Father
Judas and the Black Messiah
Mank
Minari
Nomadland
Una donna promettente
Sound of Metal
Il processo ai Chicago 7
Miglior regia
Thomas Vinterberg, Un altro giro
David Fincher, Mank
Lee Isac Chung, Minari
Chloe Zhao, Nomadland
Emerald Fennel, Una donna promettente
Miglior attrice protagonista
Viola Davis, Ma Rainey’s Black Bottom
Andra Day, The United States vs. Billie Holiday
Vanessa Kirby, Pieces of a Woman
Frances McDormand, Nomadland
Carey Mulligan, Una donna promettente
Miglior attore protagonista
Riz Ahmed, Sound of Metal
Chadwick Boseman, Ma Rainey’s Black Bottom
Anthony Hopkins, The Father
Gary Oldman, Mank
Steven Yeun, Minari
Migliore attrice non protagonista
Maria Bakalova, Borat – Seguito di film cinema
Glenn Close, Elegia americana
Olivia Colman, The Father
Amanda Seyfried, Mank
Yuh-Jung Youn, Minari
Miglior attore non protagonista
Sacha Baron Cohen, Il processo ai Chicago 7
Daniel Kaluuya, Judas and the Black Messiah
Leslie Odom, Jr., Quella notte a Miami…
Paul Raci, Sound of Metal
Lakeith Stanfield, Judas and the Black Messiah
Miglior sceneggiatura originale
Judas and the Black Messiah
Minari
Una donna promettente
Sound of Metal
Il processo ai Chicago 7
Miglior sceneggiatura non originale
Borat – Seguito di film cinema
The Father
Nomadland
Quella notte a Miami…
La tigre bianca
Miglior fotografia
Judas and the Black Messiah
Mank
Notizie dal mondo
Nomadland
Il processo ai Chicago 7
Miglior film internazionale
Better Days, Hong Kong
Un altro giro, Danimarca
Collective, Romania
The Man Who Sold His Skin, Tunisia
Quo Vadis, Aida?, Bosnia ed Erzegovina
Miglior film di animazione
Onward
Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria
Shaun, vita da pecora: Farmageddon
Soul
Wolfwalkers – Il popolo dei lupi
Miglior documentario
Collective
Crip Camp – Disabilità rivoluzionarie
The Mole Agent
Il mio amico in fondo al mare
Time
Migliori trucco e acconciature
Emma.
Elegia americana
Ma Rainey’s Black Bottom
Mank
Pinocchio
Migliori costumi
Emma.
Ma Rainey’s Black Bottom
Mank
Mulan
Pinocchio
Miglior sonoro
Greyhound – Il nemico invisibile
Mank
Notizie dal mondo
Soul
Sound of Metal
Miglior cortometraggio
Feeling Through
The Letter Room
The Present
Due estranei
White Eye
Miglior cortometraggio animato
Burrow
Genius Loci
Se succede qualcosa, vi voglio bene
Opera
Yes-People
Miglior cortometraggio documentario
A Concerto Is A Conversation
Do Not Split
Hunger Ward
A Love Song for Latasha
Colette
Migliori effetti speciali
Love and Monsters
The Midnight Sky
Mulan
L’unico e insuperabile Ivan
Tenet
Migliore scenografia
The Father
Ma Rainey’s Black Bottom
Mank
Notizie dal mondo
Tenet
Miglior montaggio
The Father
Nomadland
Una donna promettente
Sound of Metal
Il processo ai Chicago 7
Migliore colonna sonora
Da 5 Bloods – Come fratelli
Mank
Minari
Notizie dal mondo
Soul
Migliore canzone originale
“Hear My Voice – Il processo ai Chicago 7
“Husavik” – Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga
“Io sì (Seen)” – La vita davanti a sé
“Speak Now” – Quella notte a Miami…
“Fight for You” – Judas and the Black Messiah