Se nel precedente capitolo dedicato alle Pessime Amicizie (che potete recuperare cliccando QUI) i toni erano quelli della commedia nera; nello speciale di oggi di #3filmchenonsapevidivolervedere ci concentreremo su titoli fortemente drammatici che virano verso il thiller.
Iniziamo con un titolo del 1994, CREATURE DEL CIELO di Peter Jackson, vincitore del Leone d’Argento alla regia alla 51° Mostra del Cinema di Venezia.
Ispirato a una pagina di cronaca nera, il film è ambientato negli anni ’50 in una piccola cittadina della Nuova Zelanda e vede nascere l’amicizia tra la quattordicenne Pauline Parker (Melanie Lynskey) e la nuova arrivata Juliet Hulme (Kate Winslet). Le due ragazze, da sempre in difficoltà a entrare a contatto con le loro coetanee, emarginate, tra loro costruiscono un forte legame via via sempre più morboso. Ben presto la loro amicizia non sarà vista di buon occhio dalle rispettive famiglie che vedranno in essa i primi sintomi di un’omosessualità latente. Le ragazze intanto si allontaneranno sempre più dalla realtà a loro ostile per rifugiarsi nel Quarto Mondo, luogo immaginario da esse creato e popolato da figure mitologiche e cavalieri e divi del cinema e della musica. Quando le ragazze capiranno che vogliono separarle attueranno un piano per liberarsi della madre di Pauline.
Molto prima che Peter Jackson desse forma ai meravigliosi scenari de IL SIGNORE DEGLI ANELLI, è qui che diede prova del suo grande genio e del suo estro creativo. Una storia tanto affascinante quanto sinistra dove è difficile non affezionarsi alle sue giovani omicide. Il film segna il debutto anche di una giovanissima e già talentosa Kate Winslet. Da recuperare!
Facciamo un salto in avanti di dieci anni. Siamo nel 2004 quando venne distribuito un piccolo film indipendente che guardava con nostalgia a titoli come STAND BY ME.
MEAN CREEK è l’esordio alla regia di Jacob Aaron Estes e guarda con realismo (ma anche un certo pessimismo) al vuoto della provincia americana. Rocky e un gruppo di ragazzini vogliono vendicare il piccolo Sam, vittima del bullo George. Organizzano un finto compleanno e col pretesto invitano George in una gita sul fiume. Durante la gita Sam viene a conoscenza che George è in realtà un ragazzo molto problematico e solo, ma gli eventi prenderanno il sopravvento.
Un significativo esordio alla regia per una storia crudele, ma non esente da momenti di toccante poesia. Manca forse l’esperienza di un Van Sant per dirigere al meglio dei giovani attori tutti bravissimi e nella parte. Certamente una pellicola da recuperare che guarda alla fanciulezza con sguardo severo e non sognante, capace di rispettare e dare dignità ai suoi giovani interpreti.
E lasciamo quindi le irragionevolezze della gioventù e chiudiamo questa rassegna con un titolo del 2006, DIARIO DI UNO SCANDALO di Richard Eyre.
Il diario del titolo appartiene a Barbara, insegnante londinese, ormai prossima alla pensione, poco amata dal corpo docenti e temuta dai suoi studenti. Lo scandalo è quello che investirà la nuova insegnante Sheba, sposata e con due figli. Tra le due donne nasce nel tempo una stima reciproca, ma quando Barbara verrà a conoscenza del segreto di Sheba, farà di tutto per legarla a sé e rovinarle la vita.
Un film diretto in maniera magistrale sulla forte sceneggiatura di Patrick Marber (vedi CLOSER di Mike Nichols) e che deve buona parte della sua riuscita all’appassionata recitazione di due grandi interpreti, Judi Dench e Cate Blanchett. Una sfida di bravura che mette in scena anche due metodi recitativi differenti (più contenuta e sottile la recitazione della Dench, vitale, ma ricca di torbide sfumature, quella della Blanchett). Un film pieno di colpi di scena che evidenzia le ipocrisie mal celate delle famiglie e del divario spesso incolmabile che c’è tra la vita che uno sogna di condurre e quella che invece è costretta a vivere. Feroce, cinico, sensuale, imprevedibile, sublime. Siamo ai margini del capolavoro.