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RITRATTO DI DONNA _ 3 Film Che Non Sapevi Di Voler Vedere

- 31/03/2020
Lady Macbeth film 2016 (ritratto di donna)


La donna. Il suo cuore. Il suo sesso. Il suo timore. Il suo desiderio. Il suo volere. Il suo dissentire. Il suo animo. Il suo corpo. Il suo sapere. Il suo ignorare. Il suo vivere.

In questo speciale di #3filmchenonsapevidivolervedere voglio farvi conoscere donne straordinarie, controverse, amabili, coraggiose, criticabili, misteriose, ma sopratutto umane.

Questo sarà solo il primo di diversi appuntamenti in cui tratterò di donne meravigliosamente raccontate al cinema, nelle loro infinite sfumature.

IDEUS KINKY _ Ritratto di donna.
Kate Winslet è la splendida protagonista del film IDEUS KINKY (1998)

Partiamo con un titolo del 1998.
IDEUS KINKY-UN TRENO PER MARRAKECH di Gillies MacKinnon.
Anni ’70. La giovane Julia lascia Londra e una relazione arrivata al capolinea e parte alla volta di Marrakech con le sue due bambine, Bea e Lucy. Intenzionata a dare alle figlie un’educazione diversa, ella vorrebbe portarle in giro per l’Algeria e vorrebbe visitare un Sufi per essere iniziata alla religione locale. Ma il cuore di Julia inciamperà su altri uomini che la porteranno a far scelte sbagliate per se stessa e per le sue bambine.
Kate Winslet, dopo la grande popolarità giunta grazie al TITANIC (1997) di Cameron, scelse coraggiosamente di sperimentarsi in piccole produzioni, ma che ne risaltassero le sue doti recitative e che raccontassero di donne impavide, imperfette, umane.
Il personaggio di Julia è riflesso di una generazione (quella degli anni ’70 in Europa) che aveva smarrito la propria identità e che portò molti giovani ad avventurarsi all’estero alla ricerca di nuove forme di realizzazione personale. L’Africa fu una delle mete più ambite.
Se la meta e gli obiettivi di Julia possono rivelarsi solo un’utopia, è anche vero che non è la meta bensì il viaggio stesso (dentro noi stessi) a esser importante. Lo sguardo ancora acerbo ma già intenso della Winslet smuove una sceneggiatura non sempre all’altezza e scuote il nostro animo.

9 vite da dona
Holly Hunter è Sonia. Una delle 9 VITE DA DONNA splendidamente delineate in questo film vincitore del Pardo d’oro al Festival del cinema di Locarno 2005

Sono tante le donne che sto per raccontarvi in uno dei film corali più belli che io abbia mai visto.
9 VITE DA DONNA (Nine Lives) è un titolo del 2005 diretto dal regista colombiano Rodrigo García (figlio del celebre autore di “Cent’anni di solitudine“).
Sandra (Epidia Carillo) è una detenuta e vuole solo parlare con la figlia che è venuta a farle visita. Diana (Robin Wright) incontra al supermercato il suo ex fidanzato di 10 anni prima e nel raccontarsi scoprono essere entrambi sposati, ma l’incontro turba la donna nel profondo. Holly (Lisa Gay Hamilton) affronta il patrigno, causa del suo dolore. Samantha (Amanda Seyfried) assiste impotente alla sua situazione familiare con un padre paralizzato. Sonia (Holly Hunter) è in crisi col marito e la cosa andrà a peggiorare quando lui metterà in piazza, davanti ai loro amici, un segreto della donna. Ruth (Sissy Spacek) è la madre di Sandra e benché aiuti il marito paralitico ha una relazione extraconiugale. Il confronto con una donna delle pulizie la farà riflettere sulla solitudine. Lorna (Amy Brenneman) crea disagio presentandosi al funerale della moglie (morta suicida) del suo ex marito sordomuto. Qui ella scopre di essere ancora oggetto di fantasie sessuali del suo ex compagno. Camille (Cathy Baker) deve sottoporsi a un intervento chirurgico e ha paura. Maggie (Glenn Close) ha organizzato il suo picnic con la piccola Maria (Dakota Fanning) in un cimitero dove è sepolto un suo parente.
9 storie, 9 personaggi indimenticabili,9 attrici straordinarie al servizio di un film che indaga sui moti dell’animo femminile. 9 ritratti di donna che non dimenticherete facilmente.


E chiudo questa piccola rassegna con uno dei titoli che maggiormente ho amato nel 2016.
LADY MACBETH, liberamente tratto dal romanzo di Nikolai Leskov “Lady Macbeth del distretto di Mitsensk” e diretto da William Oldroyd.
Inghilterra, 1865. Katherine si ritrova a vivere reclusa in un palazzo isolato nella campagna dopo essere stata presa in moglie da un uomo che neppure la ama, totalmente disinteressato a lei. Tormentata dal suocero che vuole un erede, Katherine sopporta in silenzio. Durante una lunga assenza del marito la ragazza avvia una relazione appassionata con uno stalliere. Una volta scoperti, Katherine, folle di amore, sarà pronta a tutto pur di non essere separata dal suo amante.
Florence Pugh (vedi MIDSOMMAR) offre un’interpretazione intensa e ricca di sfumature impercettibili ma rivelatrici di un animo inconoscibile e misterioso. La freddezza dei suoi gesti più scellerati richiamano il gelo dei venti venuti a scuotere la fissità di una società che la vorrebbe relegare a essere solo ornamento e mobilio della grande casa in cui ella è prigioniera. La sua passione cieca non è mai ottenebrata dal più piccolo senso di colpa e ci trascina verso un finale di insostenibile crudeltà. Siamo ai margini del capolavoro.

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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