Torniamo a parlare di donne. Grandi attrici al servizio di personaggi femminili indimenticabili che hanno fatto la storia del cinema. Ma guarderemo anche – come sempre – a quelle opere minori che potrebbero essere passate inosservate e che invece meritano di essere riscoperte.
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Partiamo con un titolo del 1999 per la regia dei fratelli Dardenne, vincitore della Palma d’oro per il Miglior Film al 52° festival di Cannes.
ROSETTA è un film duro e commovente, pur essendo distante anni luce da un cinema fruibile al grande pubblico.
L’assenza di colonna sonora obbliga lo spettatore a guardare al vissuto della giovane protagonista quasi fosse un documentario o le ripresa diretta della vera vita di una ragazza che vive di stenti e desidera soltanto trovare un lavoro che la possa salvare (lei e la madre) dalla miseria. Ma saranno tante le porte in faccia e le offese e le ingiustizie che Rosetta dovrà subire. Èmilie Dequenne non recita, mostra se stessa, nella rabbia, nello sconforto, negli impeti di vitalità e poi nelle cadute rovinose, nella volontà di essere migliore, nella sofferenza di vedere la propria madre alcolizzata. La sua interpretazione le è valso il premio come Miglior Attrice al Festival di Cannes. Rosetta è diventata in Belgio simbolo della disoccupazione tanto che in alcune città le sono state dedicate statue a simboleggiare la lotta contro il lavoro precario.
Facciamo un piccolo salto in avanti e nel 2001 ecco imbatterci in una pellicola indimenticabile che vede confrontarsi due attrici di generazioni diverse entrambe superlative.
IRIS – Un Vero Amore, per la regia di Richard Eyre, guarda all’amore che unisce la scrittrice Iris Murdoch e John Bayley, dagli inizi della loro relazione in cui Iris era vitale e socievole fino agli anni della loro vecchiaia quando la donna sarà colpita da Alzheimer.
Spetta a Kate Winslet offrire luce alla sua Iris, infondendole una spregiudicatezza e una femminilità vitali, mai volgari, ma mai così naturali. Sarà poi l’ottima Judi Dench a colorare di malinconia e smarrimento gli occhi di questa grande scrittrice. Al suo fianco un uomo straordinario nel suo essere marito devoto e presente (un bravissimo Jim Broadbent). Un film toccante che guarda al valore della vita, della memoria, degli affetti che sfidano le leggi del tempo e della malattia con due attrici insostituibili.
E chiudo questa rassegna dedicata alle donne cintando una delle attrici che più apprezzo: Glenn Close.
Nel 2011 arriva nelle sale (poche a essere sinceri) un film raffinato e impreziosito dalla straordinaria performance della Close.
ALBERT NOBBS è tra i migliori camerieri che lavorano in un albergo di Dublino. Siamo nell’Irlanda del diciottesimo secolo e Albert Nobbs è totalmente assorbito dal suo lavoro, desideroso di mettere da parte il denaro che gli permetterà di aprirsi una propria attività. Tuttavia Albert ha un segreto: egli è in verità una donna. L’arrivo di un pittore che deve imbiancare gli interni dell’albergo potrebbe mettere a repentaglio ogni cosa. Ma Albert troverà conforto e una nuova direzione (di vita) grazie alla vicinanza di una persona che comprende le ragioni del suo travestimento. Supportato da un cast affiatato tra cui spicca il volto di Mia Wasikowska, Brendan Gleeson, Janet McTeer e Aaron Johnson, il lavoro che ha fatto Glenn Close sul suo personaggio è qualcosa di assolutamente sorprendente. Meritatamente candidata al premio oscar per questo ruolo, Glenn Close aggiunge uno dei personaggi più belli della sua carriera e arriva dritta al cuore degli spettatori con apparente semplicità. Un film non perfetto (nella seconda parte il regista perde della sua lucidità), ma capace di restare impresso nel cuore.