Ed eccoci alla prima serata della storica edizione 71 (o 70+1, come ribattezzato dalla direzione artistica) del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, la prima in era di pandemia.
Un’edizione che si porta addosso tutta la sofferenza dell’anno che abbiamo alle spalle, tra privazioni e distanziamento sociale. È infatti la prima volta che davanti al palcoscenico le poltrone sono vuote, come richiesto dal protocollo approvato dal CTS. Uno scenario desolante, ma inevitabile, che fa stringere il cuore agli appassionati e che fa sperare in una decisa inversione di tendenza l’anno prossimo.
E infatti il Covid è una sorta di elefante nella stanza: tutti sanno che esiste ma non viene mai nominato, se non indirettamente. I suoi effetti, però, sono chiaramente sotto gli occhi di tutto. Nel bagliore della sala vuota, tuttavia, Sanremo con la sua messa cantata sa regalarci come sempre la liturgia della sua messa cantata, immutabile da anni, e proprio per questo così rassicurante.
La scenografia
Gaetano Castelli è il gran maestro delle scenografie di Sanremo. Quest’anno il palco diventa un’astronave, uno stargate verso un futuro migliore.
La grande profondità, l’ottimo utilizzo degli spazi grazie anche allo sfruttamento delle pareti laterali e un sapiente lavoro prospettico regalano un’esperienza visiva unica, nel panorama scenografico televisivo odierno.
I giochi di luci, poi, ci riportano a quel futurismo anni ’80 al quale oggi guardiamo con nostalgia e tenerezza.
La conduzione
Amadeus e Fiorello ripropongono la formula dello scorso anno, quella di conduttore e animatore. Tra di loro non ci sono formalismi e vanno a ruota libera, anche senza pubblico. Se Amadeus è bravo nel dettare i tempi e nel trovare una sintesi anche nei momenti concettualmente più lontani dalla gara (come ad esempio l’ospitata dell’infermiera simbolo del Covid Alessia Bonari), l’amico Ciuri proprio non riesce a liberarsi della sindrome dell’animatore e di una certa comicità manierista da villaggio Valtour, alla ricerca della battuta a tutti i costi (da menzionare però l’ingresso vestito “con l’accappatoio di Achille Lauro“, probabilmente l’unica scenetta davvero riuscita).
Nonostante gli innumerevoli stacchi pubblicitari e un certo numero di ospiti, però, Amadeus riesce a tenere il tempo e a chiudere all’1,30.
Ieri sul palco si sono visti anche l’attrice Matilda De Angelis, ormai lanciata verso la carriera internazionale con la miniserie The Undoing, e il calciatore Zlatan Ibrahimovic. Se la prima è talmente spigliata da farci rimpiangere che nessuno l’abbia scelta prima (grandissima confidenza con i tempi televisivi, scioltissima nei modi), il secondo è un disastro su tutta la linea. Ridondante con i paragoni calcistici (non ci si poteva sforzare un po’ di più per trovare dei testi migliori?), un pesce fuor d’acqua, la verve di un bradipo. Non ce lo meritiamo. Come sostenere altre quattro serate così?
Semplicemente: c’è gente che col Festival non c’entra nulla, perché ostinarsi a piazzarla lì? C’è di buono che ad un certo punto della serata non si è più visto.
Le canzoni
Si comincia immediatamente con i giovani, su quattro ne passano due: accedono alla finale Gaudiano con Polvere da sparo, canzone dedicata alla figura paterna (Se mi guardo allo specchio / io vedo te), e Folcast, forse il meno immediato del gruppo, con Scopriti.
Fuori Elena Faggi, che riporta all’Ariston il grande Beppe Vessicchio: la sua Che ne so è un gradevole esperimento musicale che strizza l’occhio a Billie Elish, ma non basta per convincere il pubblico; fuori anche il romano Avincola: la sua Goal diverte (io giro la testa / tu giri la pasta), ma la voce eccessivamente in maschera e l’emozione gli tirano un brutto scherzo: l’esibizione troppo imprecisa lo fa penalizzare dalla giuria demoscopica, che lo lascia a casa. Non fa goal.
Campioni: è il festival del ricambio generazionale, circostanza che ci fa capire quanto ormai la distinzione tra Campioni e Giovani sia ormai sorpassata. Il successo di un artista non si valuta più con i pienoni a teatro o nei palasport, né con i dischi venduti, ma con le visualizzazioni. E Amadeus ce lo ricorda costantemente.
Convincono in pochi, complice anche un teatro anomalo e una situazione anomala, le emozioni sono ancora più difficili da gestire. C’è chi la grinta la dimentica a casa e chi, invece, ne abusa per il nervosismo.
Fa bene Noemi: la cantante romana torna al Festival dimagrita, con il pezzo giusto, carica, intensa. La sua Glicine è convincente e parla di una rinascita.
Buona prova anche per Francesca Michielin, che canta Chiamami per nome con un emozionatissimo Fedez. Fedez è più pratico di storie di Instagram che di live televisivi e questo si nota. Ci pensa la giovane Francesca a offrire una performance di buon livello. Per loro è già spianata la strada verso la finale.
E poi ci sono Maneskin: con loro torna il rock all’Ariston. Il frontman Damiano spacca e convince, la canzone è una rincorsa forsennata di archi ed elettricità. Zitti e buoni è del tutto fuori dai canoni sanremesi, ma resta in testa. Basterà per il podio?
Bravo anche Ghemon, con una decisa inversione di marcia rispetto all’enigmatica Rose viola di tre anni fa. Momento perfetto coniuga rap swing. Il live non è perfetto vocalmente, ma la scelta è interessante. Il pezzo, stilisticamente, è tra i migliori della serata.
Sufficienti con riserva i Coma cose, coppia sul palco e nella vita (non se ne vedeva una dai tempi dei Jalisse). La loro canzone fa molto on the road, rispetta i canoni del pezzo indie, con un’attenzione particolare alla scrittura, che racchiude metafore decisamente originali. Da migliorare la loro resa sul palco.
Rimandati:
Da migliorare Colapesce e Dimartino, in bilico tra anni ’60 (Se mi lasci non vale) e it pop anni 80 (Righeira): Musica leggerissima risuona già echi d’estate. Loro buffi, due sagome, ma devono migliorare la presenza sul palco.
Aiello cura più il look dell’esibizione. Ora è un’intensa dichiarazione di colpa, eccessivamente carica vocalmente. Il canto lascia il posto alle urla, peccato perché il pezzo è davvero ben scritto, ma c’è tempo per recuperare. Il suo pezzo è già tra i più passati in radio.
Dispiace dirlo, ma rimandiamo anche Max Gazzè. Il farmacista racchiude la solita ironia e il solito acume che ci si aspetta dal cantautore romano, che ha una trovata un po’ alla Elio e le storie tese e arriva sul palco incomprensibilmente vestito da Leonardo da Vinci. La sua “Trifluoperazina Monstery Band” con la quale si è annunciato il featuring è una band di cartonati.
Bocciati: Arisa, Annalisa, Renga. Praticamente i veterani, dato che hanno almeno 5 partecipazioni a testa. Arisa ha un pezzo di Gigi D’Alessio che è cucito su misura su di lei. Fraseggio parlato, un po’ non dirgli mai. Eccessivamente triste (Torno a casa e fa festa solamente il mio cane, ma che è?).
Annalisa con Dieci ci fa rimpiangere le sue ultime convincenti partecipazioni, mentre Francesco Renga con Quando trovo te, pezzo di difficile interpretazione (più criptico di un dpcm), non regge l’altalena di alti e bassi. Problemi di audio o la sua voce non è più duttile come un tempo?
Sospendiamo il giudizio per Madame e Fasma: due alieni all’Ariston, con due pezzi sicuramente moderni, ma che necessitano di più ascolti. I giovanissimi saranno felici, gli adulti ascoltano con qualche perplessità.
La classifica provvisoria della prima serata
1) Annalisa DIECI 2) Noemi GLICINE 3) Fasma PARLAMI 4) Fedez e Michielin CHIAMAMI PER NOME 5) Francesco Renga QUANDO TROVO TE 6) Arisa POTEVI DARE DI PIU’ 7) Maneskin ZITTI E BUONI 8) Max Gazzè IL FARMACISTA 9) Colapesce Dimartino MUSICA LEGGERISSIMA 10) Coma Cose FIAMME NEGLI OCCHI 11) Madame VOCE 12) Ghemon MOMENTO PERFETTO 13) Aiello ORA
Gli ospiti
Loredana Bertè si conferma come signora del rock italiano: tira fuori un arsenale di classiconi (Non sono una signora, Dedicato, Sei Bellissima, Il mare d’inverno) che canta mostrando due gambe che a 70 anni sono ancora perfette come quando provocava cantando col pancione. La sua voce è roca, dolente. Stratosferica. Presenta anche il singolo “Figlia di…”, che preannuncia il greatest hits. Fuoriclasse.
Achille Lauro inaugura i suoi “quadri” nell’unico momento preregistrato del Festival. Canta “Solo noi” con un look glam rock decisamente queer che cela un profondo lavoro di styling di Nick Cerioni.
Il quadro di Achille è ispirato dalla solitudine, alla quale si contrappone un messaggio – così è stato descritto – di apertura e inclusività, il tutto partendo da quanto vissuto nell’ultimo anno appena trascorso.
Dati auditel prima serata Sanremo 2021
La prima serata, in onda dalle 21:36 alle 1:34 – è stata seguita da 8.363.000 spettatori, con uno share pari al 46.6%.
Nel dettaglio, la prima parte della serata – dalle 21:36 alle 23:54 – ha intrattenuto 11.176.000 spettatori (46.4%), mentre la seconda – dalle 23:58 alle 1:34 – si è fermata a 4.212.000 spettatori (47.8%). L’anteprima Sanremo Smart – dalle 20:50 alle 21:31 – con la gara tra le prime quattro Nuove Proposte ha raccolto 11.592.000 spettatori, pari al 38.7%.
Rispetto allo scorso anno si sono persi 4 punti di share e una media di 2 milioni di telespettatori.
Anticipazioni seconda serata 3 marzo
Ecco l’ordine di uscita dei cantanti di stasera. Per i giovani: Wrongonyou, Greta Zuccoli, Davide Shorty, Dellai
Campioni: Orietta Berti, La rappresentante di Lista, Lo stato sociale, Bugo, Gaia, Wille Peyote, Malika Ayane, Fulminacci, Extraliscio, Ermal Meta, gio Evan, irama, Random;
Capitolo Irama: un altro membro dello staff è risultato positivo al tampone molecolare e come da protocollo è costretto a osservare un periodo di quarantena, nonostante negativo. Si attende quindi la risposta della ASL.
Amadeus ha tuttavia aperto alla possibilità di mandare in onda la performance registrata durante le prove, valevole come esibizione ufficiale. In tal caso, però, dovranno acconsentire l’artista stesso e tutti gli altri campioni in gara.
Ospiti Achille Lauro (con Claudio Santamaria e Francesca Barra), Laura Pausini, Il Volo, Gigliola Cinquetti, Marcella Bella, Fausto Leali, Gigi D’Alessio, Alex Schwazer e Cristiana Girelli.
Non ci sarà Ibrahimovic, impegnato con la squadra, mentre al posto di Matilda de Angelis co-condurrà la cantante Elodie Patrizi.