Thelma, ragazza remissiva di famiglia cattolica, frequenta con difficoltà l’università, lontana da casa.
Qui viene turbata da due fatti: inspiegabili attacchi forse epilettici e l’amore per una sua compagna di corso che tenta di reprimere. È l’inizio di un incubo.
Il nuovo film di Joachim Trier ( vedi “SEGRETI DI FAMIGLIA“, 2015 ) benché possa avere punti in comune col film di De Palma “CARRIE “, possiede uno stile e intenzioni totalmente diverse. Qui l’elemento soprannaturale viene usato con maggiore ambiguità e offre non pochi spunti di riflessione.
Lo sguardo freddo del regista norvegese al pari di una lente di ingrandimento guarda all’umanità: il film si apre su di una panoramica dall’alto per poi avvicinarsi sempre più verso il suolo e concentrarsi sulla figura della sfuggente e timida Thelma che cammina tra la folla.
Thelma viene controllata e limitata da due genitori iper protettivi e severi. La ragazza accusa strani attacchi che potrebbero palesare qualcosa ma sono sintomo di altro. A questo si aggiunge l’interesse – ricambiato – per una ragazza dolce e sensuale, Anja.
Grazie all’ incendiaria interpretazione della giovane Eli Harboe, il regista riesce a delineare un quadro dai contorni rarefatti che racconta di desideri e del loro potere.
La repressione o la realizzazione di essi si carica di emozioni contrastanti che implodono ed esplodono negli occhi della protagonista; vibrano tra le fronde degli alberi scosse dal vento; smuovono le acque di una piscina come quelle di un lago. Bellisima, con una tensione quasi palpabile, è la scena erotica nel buio di un teatro e poi quella a una festa tra amici, sublimate da una fotografia e montaggio perfetti.
Ma la figura di Thelma è dunque metafora della Natura che non può essere limitata o costretta.
Ella farà comunque il suo corso con la dovuta violenza o con inaspettata e salvifica tenerezza.