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THOR: LOVE AND THUNDER _ L’evoluzione o involuzione della Marvel Studios? (recensione)

- 12/07/2022
THOR: LOVE AND THUNDER di Taika Waititi


THOR: LOVE AND THUNDER (2022) perde in epicità per avvicinarsi al gusto del pubblico a cui è destinato: la famiglia e quindi i bambini. Una scelta che fa arricciare il naso ai fans, ma che pare divertire i più piccoli.

Trama _ Thor deve salvare il destino dell’universo dalla minaccia del famigerato “macellatore degli dei”, Gorr, armato della temibile Necrospada, capace di uccidere anche le divinità. Sapendo che nei piani del nemico ci sia New Asgard, Thor corre in soccorso del suo popolo. E proprio durante un temibile attacco di Gorr che rapirà tutti i bambini di New Asgard, Thor si imbatterà nella sua ex fiamma (mai dimenticata) Jane Foster, in possesso del martello Mjolnir, divenuta a sua volta Thor.
Con l’aiuto di Valchiria e di Korg la nostra coppia di Thor uniranno le forze per ritrovare i bambini di New Asgard e evitare che Gorr compia il suo piano di distruzione.

PREMESSE: L’universo MCU nelle mani della DISNEY

Da un paio di anni a questa parte, è evidente che la Disney abbia le idee ben chiare a quale pubblico vuole rivolgersi: quello delle famiglie e quindi dei loro pargoli o dei loro ragazz* adolescenti.
Ecco perché sono sempre più i progetti targati MCU che al centro della loro trama – in maniera più o meno evidente – trattino di famiglie più o meno convenzionali (vedi ETERNALS, ma ancora di più la serie WANDAVISION o quella di HAWKEYE). Come sono altrettanto diversi i film o serie dove si presentano i possibili eroi del futuro Marvel, che sono quindi oggi giovanissimi: Monica Rambeau vista nella serie WANDAVISION, figlia della migliore amica di Carol Danvers; la ventiduenne Kate Bishop, abile arciere, venuta in soccorso di Occhio di Falco nella serie a lui dedicata; e ancora la giovane America Chavez vista in DOCTOR STRANGE NEL MULTIVERSO DELLA FOLLIA e l’eroina della più recente serie su Disney Plus, MRS MARVEL, Kamala Khan.

Non è un caso che il nostro bel Thor, ancora privo di una reale identità filmica (passatemi il termine) dopo la teatralità verbosa del THOR amletiano di Kenneth Branagh e quella più sbiadita e incerta di THOR: THE DARK WORLD (2013) per la regia di Alan Taylor ; egli sia arrivato a spogliarsi di una certa drammaticità narrativa (in maniera forse fin troppo frettolosa) per diventare qualcosa che è a metà strada tra il divino e il cartone animato, spassoso, quasi sempre sopra le righe, ma chiaramente distante anni luce dalla sua figura delineata nei fumetti .
Questo è merito o demerito del regista premio oscar, Taika Waititi (vedi JOJO RABBIT, 2019) che già nella direzione di THOR: RAGNAROK (2017) aveva portato il nostro eroe a diventare poco divino e più giullaresco.

THOR: LOVE AND THUNDER è un flop o un top? (NO SPOILER)

Visto da un appassionato di fumetti o da un cultore dei primi film dedicati all’eroe asgardiano, questo film potrebbe essere considerato una vera ciofeca, una barzelletta, o nel migliore dei casi una favoletta della buonanotte per i bambini.

THOR: LOVE AND THUNDER (2022)
Nella foto: Natalie Portman e Chris Hemsworth in una scena tratta da THOR: LOVE AND THUNDER

Persa per strada quel poco di epicità che era ancora ravvisabile nel precedente capitolo, il film sembra essere, per sua stessa ammissione, una favola: il personaggio di Korg (a cui lo stesso Taika Waititi presta la sua voce nella v.o.) fin dal principio fa da narratore, presentando le mille gesta e i miti che si sono costruiti attorno alla figura del grande e potente Thor. Il tutto come se si rivolgesse proprio a dei bambini.

Visto in quest’ottica, accettato il fatto che THOR: LOVE AND THUNDER è un film destinato al pubblico dei più piccoli, può risultare anche piacevole. Non tra i migliori dei prodotti MCU, ma a mio parere migliore del suo predecessore, THOR: RAGNAROK.

Possiamo vederlo in un certo senso come di quei film stile “coming of age“, in cui il giovane protagonista deve affrontare un viaggio per il raggiungimento della maggiore età.
Certo, il nostro Thor la maggiore età l’ha raggiunta da un pezzo, ma, orfano di entrambi i genitori, a cui sono morti fratello e sorella e alcuni compagni di battaglia, è di fatto un bambinone muscoloso in cerca di se stesso tra le galassie.

Il film se da una parte abbonda (anche troppo) di gag e battute che quasi ci fanno rimpiangere l’umorismo di certi cinepanettoni nostrani; dall’altra – per fortuna – guarda e affronta in maniera intelligente tematiche universali (ma dalle connotazioni fortemente drammatiche) e esistenziali, rivolgendosi quindi sempre ai bambini, veicolando però messaggi di un certo spessore.

Altra nota dolente è l’utilizzo narrativo del personaggio di Gorr, il villain di turno, interpretato qui dal premio oscar Christian Bale.

Per chi ha letto i fumetti e conosce l’importanza che ha avuto Gorr nella storia e nella rivalutazione di Thor, così come la complessità dell’animo e delle ragioni che portano quest’uomo a scegliere la via del male, potrebbe restare deluso dalla sulla trasposizione cinematografica.

Qui, dopo una premessa meravigliosa dalla forte carica emozionale, Gorr e le ragioni e le modalità che lo portano ad attuare i suoi piani distruttivi si riducono al servizio della storia di Thor, a cui necessariamente doveva essere anteposto un villain che avesse un minimo di appeal.

Se Gorr ha un suo tragico e sinistro fascino è riconducibile solo alla professionalità e bravura di Christian Bale, non certo alla scrittura degli sceneggiatori (lo stesso Taika Waititi e Jennifer Kaytin Robinson).
Bale, da quei pochi elementi narrativi, riesce comunque a offrirci una performance attoriale ricca di sfumature tragiche e inquietanti. Chiaro, la sua recitazione deve essere fortemente caricaturale, quasi fosse una versione in live action di un villain disneyano. Non a caso a volte pare essere la personificazione del cattivo di un cartone animato.

THOR: LOVE AND THUNDER (recensione)
Christian Bale è il temibile Gorr nel film Marvel THOR: LOVE AND THUNDER (2022)

Impossibile poi non menzionare un personaggio che fin dall’uscita delle prime foto e trailer ha incuriosito i più: la Jane Foster in versione Thor, interpretata da Natalie Portman.
Ebbene, le ragioni che stanno dietro questo evento non posso svelarle (ma se siete curiosi o avete già visto il film invito a leggere anche la parte SPOILER di questo articolo), ma hanno un loro valore e spessore narrativo. Ammirevole per come è stato trattato.

Ebbene, lo dico senza peli sulla lingua, per quanto ammiri Natalie Portman ho trovato il suo personaggio sempre un po’ irritante o poco interessante. Qui trova una sua ragione di esistere, sebbene…

Nel complesso, considerando la parentesi dedicata alle divinità in cui Chris Emsworth mostra le sue granitiche natiche e in cui si palesa anche un appesantito e colorito Russell Crowe nei panni di un controverso Zeus (sopra le righe e che – non propriamente in linea con l’idea di un family movie – sembra essere interessato più all’organizzazione delle future orge che al destino delle divinità) che però riserverà non poche sorprese; guardando agli scontri e combattimenti disseminati lungo la trama (da menzionare quello finale dove hanno un ruolo fondamentale i bambini rapiti da Gorr); questo THOR: LOVE AND THUNDER merita la sufficienza.

CONCLUSIONI, CURIOSITÀ e CRITICITÀ… ( SPOILER ALERT! )

Come dicevamo sopra, dalle prime immagini rilasciate e poi dai successivi teaser e trailer pubblicati per promuovere il film, ciò che ha destato maggiore curiosità (se vogliamo escludere il nudo posteriore di Chris Emsworth) e perplessità è la versione femminile di Thor, interpretata da Natalie Portman.

Ebbene, la versione di Jane Foster risoluta e combattiva è promossa a pieni voti, sebbene ci lasci alla fine col magone in gola e una certa amarezza.
Nel film ritroviamo Jane Foster con un cancro al quarto stadio. Ella si convince che il martello di Thor, capace di conferire forza a chi lo possieda possa in qualche modo aiutarla. Ella non sa che, tempo prima, Thor avesse esortato il suo Mjolnir a prendersi cura della sua amata. Giunta a New Asgard, il martello in frantumi pare chiamare la donna e…

Tuttavia se da una parte il martello conferisce una maggiore forza fisica a Jane Foster, queste energie sovrumane interferiscono e annientano l’effetto della chemioterapia, portando a una morte certa la nostra neo eroina.
Risoluta e decisa ad anteporre il bene degli altri davanti alla sua salute, ella si sacrificherà per un bene superiore.

Se pensiamo al lascito di Vedova Nera, all’allontanamento volontario di Carol Danvers (che però rivedremo tornare in un secondo film dedicato alle gesta di CAPTAIN MARVEL), al sacrificio di Wanda e ora a questa ennesima dipartita di un personaggio femminile dotato di grandi poteri; potremmo forse dire che nell’universo MCU non c’è posto per le donne se non nel ruolo secondario di spalla/aiutante/fidanzata?

Altra osservazione alla luce della ormai agognata rivelazione delle natiche asgardiane, avete mai fatto caso di come in casa Marvel siano i corpi maschili ad essere esibiti e sessualizzati? Fin dal primo capitolo di Thor, il suo granitico e testosteronico corpo è sempre stato denudato e messo a disposizione dei nostri sguardi e delle nostre fantasie. Medesimo destino ha avuto Captain America e la fisicità dirompete di Chris Evans, strizzato in una tutina aderente che ne esaltava ogni muscolo. Perché questo non è mai accaduto al contrario?

Chris Hemsworth nudo in una scena tratta da THOR: LOVE AND THUNDER
La scena incriminata di THOR: LOVE AND THNDER dove Chris Hemsworth si mostra in tutta la sua beltà

Forse nei primi film – è vero – c’è stato un certo particolare interesse sulle curve generose della bella e brava Scarlett Johansson, ma la sua BLACK WIDOW, nel corso del tempo si è spogliata di una certa figura che la rendevano simile a tante bond girl viste sul grande schermo, per mostrare una fragilità e un’umanità da cui scaturiva la sua forza d’animo e la sua integrità. Ma a parte lei, nessun personaggio femminile è mai stato provocante o sensuale o dalla sessualità dirompente. Questa scelta sarà stata dettata da un certo timore nei confronti dei fronti femministi e quelli post #MeToo ?

Ma al di là di queste riflessioni che possono aprire a infiniti dibattiti tanti quante sono le realtà altermative del multiverso marveliano, avete riconosciuto gli attori che riproducono maldestramente le gesta di Thor e compagnia?
Ebbene, abbiamo un improbabile Matt Damon nei panni di Loki, Luke Hemsworth (fratello maggiore di Chris) è il dio del tuono, mentre Sam Neil interpreta Odino, il loro padre. Ma è qui presente anche Mellisa McCarthy nel ruolo di Hela, sorella di Thor e Loki, nonché dea della morte.

Succulenta anticipazione di quanto vedremo in un futuro capitolo di THOR, è però presente nella prima scena post credits: Zeus – che credevamo essere morto – medita vendetta verso il dio del tuono e si rivolge al suo figlio più celebre, l’invincibile Ercole. Villoso e mastodontico, a metterci faccia e muscoli è l’attore Brett Goldstein, divenuto famoso grazie alla serie TED LASSO.

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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