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TUTTO IL MIO FOLLE AMORE … Per il Cinema, Per la Vita (recensione)

- 29/11/2019
tutto il mio folle amore (2019) di Gabriele Salvatores


TUTTO IL MIO FOLLE AMORE è un road movie che viaggia in una sola e unica direzione: il cuore dello spettatore.
Liberamente ispirato a una storia vera.

Vincent ha sedici anni e soffre di un grave disturbo della personalità.
Sua madre Elena tenta di crescerlo come meglio può, supportata da suo marito Mario che ha imparato ad amare Vincent come ad un figlio.
Ma quando ricompare Will, padre naturale del ragazzo e cantante da matrimoni e balere soprannominato “il Modugno della Dalmazia”, questo apparente equilibrio viene a rompersi.
Vincent si nasconde nel furgone di Will e questo sarà costretto a portarselo con lui attraverso una tournée nei Balcani.

Gabriele Salvatores, alle soglie dei 70 anni, con TUTTO IL MIO FOLLE AMORE torna al suo cinema degli esordi, delle grandi avventure, dei viaggi alla scoperta del sé e dell’altro, di titoli come “MARRAKECH EXPRESS” e “MEDITERRANEO” e “PUERTO ESCONDIDO“.

TUTTO IL MIO FOLLE AMORE di Gabriele Salvatores
Nella foto l’emergente Giulio Pranno e Claudio Santamaria in una scena tratta da TUTTO IL MIO FOLLE AMORE (2019) di Gabriele Salvatores

Questo film, pur non esente da difetti e vizi di forma e di contenuto, ha un elemento (o sarebbe più corretto dire “anima”) che lo solleva dal semplice prodotto medio: una disarmante umanità.
Per quanto la regia di Salvatores sia corposa, sicura e tutto sia così perfettamente misurato e studiato nella sua composizione; ci sono dei sentimenti e delle emozioni che non possono essere arginati o limitati.
Nella fotografia ispirata di Italo Petriccione, nel montaggio articolato e dinamico di Massimo Fiocchi e nelle musiche di Mauro Pagani che abbina melodie originali a hit forse fin troppo compiaciute; questi moti dell’animo vanno fuori dai margini di una sceneggiatura che non vuole stupire ma solo emozionare, firmata da Umberto Contarello e Sara Moretti. Questi bucano lo schermo, ci abbracciano violentemente, ci trovano impreparati, ma ci salvano e ci fanno dannatamente bene.

TUTTO IL MIO FOLLE AMORE funziona perché prima della storia, liberamente tratta dal romanzo “Se Ti Abbraccio Non Aver Paura” di Fulvio Ervas, vengono tracciate le direzioni e le deviazioni di personaggi tanto imperfetti quanto meravigliosi.

TUTTO IL MIO FOLLE AMORE con Giulio Pranno e Claudio Santamaria

Claudio Santamaria si conferma attore straordinario e profondo, nonché credibile cantante. Valeria Golino conferisce alla sua Elena tutta l’inquietudine necessaria e tutta la luce che poi verrà a esplodere. Diego Abatantuono è la certezza di un umorismo intelligente e mai invadente. Tutti e tre questi attori acclamati sono però al servizio della vera forza motrice di questa pellicola.

Dopotutto il film non avrebbe mai funzionato se non fosse stato credibile il personaggio di Vincent.
A interpretarlo è stato scelto Giulio Pranno, qui al suo primo ruolo cinematografico. Pranno è di una bravura disarmante e dal carisma incontenibile. Il suo sguardo e il suo sorriso sono qualcosa di incendiario e l’attenzione che egli pone nel conferire fisicità e veridicità al suo personaggio è davvero notevole.

TUTTO IL MIO FOLLE AMORE si muove attorno alla figura di Vincent che è una forza inarrestabile su cui gravitano le esistenze alla deriva dei tre adulti. Libero da condizionamenti sociali, il ragazzo nella sua fuga da un mondo ovattato, conoscerà il sapore del sangue e il rumore di un pugno, ma anche tutta la bellezza di un seno scoperto così come di un abbraccio mai ricevuto. Ma egli libererà anche i suoi genitori dai fardelli di una vita non pienamente vissuta, dagli obblighi e le necessità di una società che non li riconosce per quello che sono davvero, ridando dignità e coraggio ai loro sogni e ai nostri.

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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