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Accendi la radio, c’è “Una nuova Rosalba in città” (recensione singolo e album)

- 17/04/2019
Una nuova Rosalba in città recensione


Archiviato “Mi sento bene“, fortunato singolo cantato da una “febbricitante” (nel vero senso del termine) Arisa a Sanremo, è tempo di “Una Nuova Rosalba in Città”, brano che dà il titolo al sesto album in carriera della cantante lucana uscito lo scorso 8 febbraio, edito come singolo proprio pochi giorni fa, con tanto di video ufficiale.

Una nuova Rosalba in città” non è solo il titolo di un singolo o di un album, ma una vera e propria dichiarazione di intenti.

Firmato dai Viito, fenomeno emergente della scena musicale italiana (prodotti dalla Sugar di Caterina Caselli, proprio come Arisa) già apprezzati con “Bella come Roma” (e nel portfolio ben 15 milioni di streaming). “Una nuova Rosalba in città“, delicata ballad electropop, racconta di un’Arisa – il cui vero nome è Rosalba – più determinata e matura, perfettamente consapevole dei propri sentimenti e all’inizio di un nuovo percorso di crescita, finalmente libera dalla morsa di un passato ingombrante.

Se mi perdi e poi non mi ritrovi
Accendi la radio eccomi qua 
C’è un nuovo fiore, un nuovo arcobaleno 
Una nuova Rosalba in città

“Una nuova Rosalba in città”

Del resto la stessa Arisa lo aveva dichiarato alla vigilia di Sanremo: “basta canzoni tristi, ora solo brani allegri

una nuova rosalba in città testo
“Una nuova Rosalba in città” copertina

“Una nuova Rosalba in città”: recensione del disco

Io amo la voce di Arisa, secondo me è una delle voci più belle che abbiamo al momento in Italia. Dimenticatevi tutte le meteore da talent che hanno affollato (per non dire “infestato”) le classifiche negli ultimi anni. La voce di Arisa ha una grana interpretativa difficilmente reperibile altrove. Riesce a trasmettere la fragilità e la sofferenza in maniera convincente e credibile, senza necessariamente ricorrere all’urlo tout-court (che, secondo me, ottiene l’effetto opposto).

Detto questo, per onestà, devo anche aggiungere che ritengo “Amami“, il suo album del 2012, uno dei più bei dischi italiani degli ultimi 40 anni (del resto, la produzione e gli arrangiamenti di Mauro Pagani – mica pizza e fichi – erano un ottimo viatico per la riuscita del disco stesso).
Bene. Se anche voi avete amato quella Arisa cupa e quietamente disperata, sappiate che NON la ritroverete in questo nuovo lavoro.

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Dopo l’ascolto di questo nuovo disco (con iniziale diffidenza lo ammetto) posso tirare un sospiro di sollievo. Certo, non ci sono le “torch songs” che avevano caratterizzato il primo periodo, non troverete una nuova “La Notte” o “L’amore è un’altra cosa”.

Arisa si rinnova, a partire dallo svecchiamento dei suoni che sono molto più electropop e allineati al mainstream attuale, anche se l’ultima canzone dell’album, Amarsi in due, solo piano e voce, è una chicca che rievoca proprio i tempi di “Amami”.

Il disco scorre molto piacevolmente, anche se a volte, cadono le braccia per alcune ingenuità (e sono stato clemente) nei testi. Non sono però canzoni leggerine (o stupidelle), probabilmente preparate per un (potenziale) effetto tormentone estivo (Tam Tam e Minidonna).
L’album è stato introdotto, come già detto, dal singolo sanremese “Mi sento bene”, che già da solo evidenzia una marcata evoluzione sonora, tutta improntata su suoni essenziali elettronici.

Non si può non notare la maestria della voce di Arisa che, come dicevo prima, riesce comunque a trasmettere tutta la fragilità implicita dietro a testi che ad una prima lettura possono sembrare sbarazzini e poco profondi.

Testi che, a leggerli bene, danno più di una strizzata d’occhio al mondo lgbt: “Gli Amanti Sono Pazzi” racconta di lei che si innamora dell’attuale fidanzata del suo ex, “Il Futuro Ha Bisogno D’Amore” potrebbe essere tranquillamente l’inno del prossimo pride.

Ci sono tre brani che si elevano, però, più degli altri: “Così come Sei” è quella canzone che ti sgorgherebbe dal cuore quando ti svegli accanto al tuo/a compagno/a; la raffinatissima “Amarsi In Due”, cover di Amar Pelos Dois, vincitrice dell’Eurovision Song Contest 2017, con traduzione realizzata da “Grishtiano” Malgioglio, e “Vale La Pena”, una pacca sulla spalla in musica per i momenti difficili. In definitiva, Arisa effettivamente si rinnova e il disco si candida ad essere un ottimo ascolto anche per i prossimi mesi.

(a cura di Stefano Ebolito)

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