549 views 8 min 0 Comment

Voce Suprema: Adolfo Durante

- 16/07/2024


Interprete dal timbro vocale unico. Campano di origine vive nel  mantovano.  Negli anni 2000 Adolfo Durante consolida la sua esperienza sui palchi di tutta Italia con progetti trasversali tra il jazz e il rock puro, ottenendo riconoscimenti in numerosi concorsi per voci emergenti.

Qual è stata la tua prima canzone cantata in assoluto? …

Sai che non ricordo, ma ho in mente con molta lucidità, come se fosse oggi, qual è stata la canzone che mi ha permesso di capire quali fossero le potenzialità della mia voce: “Vedrai vedrai” di Luigi Tenco. A lui qualche tempo dopo dedico il mio primo disco di cover, “Stanza 219 ed altre storie”.

Sei interprete, sei stato danzatore, speaker radiofonico, quando hai iniziato a percepire la tua vena artistica a 360 gradi?

È stato tutto davvero casuale, l’amore per la radio nasce contemporaneamente al mio grande amore per la musica, ricordo che l’unica cosa che chiedessi ai miei genitori era di acquistarmi i dischi, la mia formazione nasce da un ascolto molto attento di quello che erano, allora, i miei miti. Ho iniziato a danzare all’età di 6 anni, poi intorno ai 16 anni il canto ha preso il sopravvento su tutto il resto. Incido il mio primo disco e di inediti, presto, prestissimo, avevo credo 17/18 anni.

Hai interpretato tantissimi artisti, anche di un certo calibro vocale”, tra i tanti citiamo Mina, Mango, Mia Martini e hai cantato canzoni impegnative come Battiato, ma c’è ancora una canzone che stai inseguendo, che vuoi interpretare? 

Oh, sì ce n’è una che inseguo da sempre: “Il vento caldo dell’estate” di Carla Bissi, alias Alice. Non è detto che non la realizzi. Se trovo il giusto produttore e arrangiatore potrei realizzarla.

Senza dubbio il mondo queer” e solidarietà è nelle tue corde. Lo dimostrano il brano La vita che va” del 2023, scritto e prodotto da Enrico Andreini e testo di Sandra von Borries, che vede la partecipazione nel video di Giacomo Liuzzi in arte Peperita, e la tua partecipazione al concorso organizzato da Amnesty International Voci per la libertà” – Una canzone per Amnesty con il brano Libertà.

Guarda io non ho mai amato fare della mia vita privata una battaglia per affermare uno stile di libertà che resta privato e voglio che rimanga tale. Questo non vuol dire che io non lotti per affermare i diritti della comunità, ma lo faccio a modo mio, nello stile che mi è più congeniale, con discrezione e con l’arte, senza doverlo richiamare in ogni cosa che faccio. Chi mi segue lo capisce e credo mi apprezzi anche per questo. Esistono molti modi per affermare la propria identità, senza fare della propria vita privata, ma anche artistica, un atto di sensazionalità e di spettacolarità a tutti costi. L’arte appartiene a chiunque, al di là dell’identità di genere.

A mio avviso la tua interpretazione migliore ed evolutiva è nel nuovo progetto Suprema del 2024, titolo azzeccato visto che non parliamo solo della tua voce ma anche di Mina. Vari musicisti hanno collaborato, da Primiano Di Biase al pianoforte, ad Alberto Lombardi alle chitarre (e anche produttore) e alle preziose percussioni di Simone Federicuccio” Talone. Hai mai sentito o scritto a Mina? 

No, francamente non ho nemmeno tentato di farle sapere che avevo realizzato questo omaggio. L’ho fatto perché mi era stato chiesto più volte di realizzarlo e ho sempre avuto delle perplessità nell’affrontare questo repertorio, che di suo è grandioso e che la voce di Mina ha reso leggendario, ne ha fatto un’icona e interprete indimenticabili. Mi sono anche chiesto perché replicarlo, poi mi sono anche detto che la mia voce non rimarrà per sempre questa, prima che invecchi e non riesca a toccare certe tonalità mi sembrava bello conservarne un ricordo personale. A dire il vero, se sapessi che lo ha ascoltato, proverei anche dell’imbarazzo, magari potrebbe anche non esserle piaciuto, non saprei. Comunque, chissà, un giorno potrebbe farmi sapere indirettamente del suo parere attraverso gli stretti collaboratori, chissà. Però meglio restare coi piedi per terra. So solo di averla omaggiata con molta passione.

Le tue canzoni dal tono intimistico e introspettive, le trovo di una tempra opposta alla tua provenienza del caliente” Sud.

Le canzoni che interpreto e scrivono per me rappresentano il mio modo di essere: intimista e riservato. Ci sono però aspetti del mio carattere che non “tradiscono” le mie radici del sud: la passionalità nel canto e in alcuni dischi, non ultimo “Suprema” dove c’è la perfetta sintesi fra passione e intimità. E poi quando mi arrabbio, in quei casi il mio lato meridionale viene fuori, irrompe.

Al di là della musica e della scrittura, hai tempo per altre passioni? 

Sì, certo, amo leggere, il teatro, il cinema, la pittura e tutte le forme di arte.

Quali sono gli elementi della tua casa che ti assomigliano, dove chi entra può vedere lo stile di Adolfo.

La mia casa ha molti stili e pertanto ben rappresenta la mia personalità di interprete: chi ascolta con attenzione la mia discografia sulle piattaforme streaming, può farsi un’idea di come io abbia interpretato stili e generi diversi. Per me è indispensabile, in me scatta spesso la noia, per cui il desiderio di cambiare pelle è irrefrenabile.

Sempre rimanendo in tema, di che colore sono i tuoi vestiti dentro l’armadio?

Tendenzialmente uso il nero, però adoro i colori, il viola su tutti, l’azzurro, il rosa, il verde….

Qual è il tuo pubblico? E se dagli inizi a oggi è cambiato. 

Ho scoperto di avere un pubblico per lo più femminile, gli uomini sono meno interessati al mio stile. Non mi dispiace sai, anzi piacere alle donne mi gratifica molto, è un valore aggiunto a ciò che ti dicevo rispetto al fatto di dover appartenere per forza a qualcosa: la musica è di tutti.

Vanno di moda i duetti, i featuring. Quale è il tuo che vorresti fare?

Guarda, da sempre ho sognato di cantare con Carla Bissi, alias Alice, l’ho sempre amata, fin da bambino. Ho tutta la sua discografia e non si contano le volte che l’ho ascoltata dal vivo. Rispecchia molto il mio stile, cantante di nicchia, riservata, fuori dalle logiche del marcato commerciale. Per me unica.

Interpreti brani solo in italiano, però ho pensato di ascoltarti” in una versione tua di: I Will Survive. Ho osato troppo?

Sì, (risata) hai osato effettivamente. Non mi è mai passata per la mente di poter fare questo brano, anche se è un evergreen indissolubile. Però troppo lontano da me.

<hr>Condividi:
- Published posts: 44

Vivo a Roma ma originario della Sicilia. Attivista nel volontariato sociale, mi occupo di pittura, fotografia, scrittura e arte pop: alcune mie opere sono state esposte in diverse gallerie e mostre nazionali.

Facebook